Lo sgombero dei Palestinesi dal confini del 1948 non è mai stato completato. Però tuttora continua con modalità più soft e più striscianti. Con la conseguenza di un generalizzato stato di oppressione e di maltrattamenti che ha portato all’emigrazione di molti palestinesi cristiani dal nord del paese. Un’altra conseguenza è il graduale sgombero dei Beduini del sud impegnati nella lotta unitaria nel villaggio di Arakib e contro il decreto Farber. All’interno dei confini del 1967 gli sforzi per gli sgomberi si concentrano nella Valle del Giordano a danno delle comunità di pastori del sud, in particolare a Susia. Altre notizie provengono dalle lotte unitarie contro il recinto della separazione – Bil’in, Ni’ilin, etc., e dalla presenza di avanposti di coloni con invasione di terreni appartenenti ai villaggi di Beit Ommar, Nabi Saleh e Qaddum. Ultimissime: “In una registrazione, si ode Mubarak sostenere che circa 6 mesi prima della sua caduta, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu gli parlava di un piano da prendere in considerazione in cui si prevedeva lo spostamento della popolazione palestinese dalla Striscia di Gaza alla Penisola del Sinai.”
“Il Comitato di Coordinamento delle Lotte Popolari ha organizzato venerdì 20 settembre manifestazioni settimanali non violente in parecchi villaggi palestinesi per protestare contro l’occupazione israeliana, per ricordare il 31° anniversario di Sabrah & Shatila in Libano, per condannare i frequenti raid dei coloni contro la moschea di Al-Aqsa ed a sostegno dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.”
20-9-2013 https://www.facebook.com/media/set/?set=a.7008249166132…18321
Bil’in
Residenti, attivisti internazionali ed israeliani con gli Anarchici Contro il Muro hanno partecipato alla manifestazione settimanale non-armata. Durante la manifestazione settimanale l’esercito israeliano ha fatto uso eccessivo di lacrimogeni e di proiettili di gomma contro i manifestanti. Attivisti palestinesi, internazionale ed israeliani si sono radunato davanti al cancello del muro. Una attivista internazionale è stata ferita al piede da un candelotto lacrimogeno sparatole direttamente addosso. Il lancio di lacrimogeni non si è fermato nemmeno mentre veniva medicata. Nello svolgimento del loro lavoro, due giornalisti sono rimasti feriti; uno di loro era sulla sedia a rotelle e non in grado di muoversi quando un candelotto gli è stato sparato addosso. I soldati sono usciti all’aperto ed hanno continuato a sparare lacrimogeni e proiettiili di gomma. Tre ragazzi sono rimasti feriti dai candelotti e dai proiettili di gomma.
Rani Abdel Fatah https://www.facebook.com/rani.fatah/media_set?set=a.102…58013
https://www.facebook.com/Bilin.village / https://www.facebook.com/Bilin2013
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Video https://www.facebook.com/photo.php?v=10151889705479400
Ma’asara
M, un residente del villaggio di Ma’sara, si è trovato ad essere aggredito dalla Polizia di Confine, solo perchè abita in un villaggio che ogni venerdì si oppone all’occupazione attraverso le manifestazioni settimanali.
Una mattina degli inizi di agosto, M ritornava al suo villaggio su un taxi palestinese dopo essere stato ad una visita medica a Ramallah quando sono incappati in un posto di blocco della polizia di confine.
L’agente ha chiesto i documenti. Si è soffernato sulla carta di identità di M, e poi gli ha ordinato di scendere dal taxi. Appena sceso dall’auto, l’agente lo ha colpito senza nessuna ragione. Ha cercato di colpirlo ancora, ma M. ha bloccato il colpo. Allora è intervenuto un altro poliziotto ed hanno trascinato via M. Secondo i testimoni, lo hanno picchiato più volte. Mentre il conducente del taxi cercava di intervenire, gli agenti gli hanno intimato di restare in auto oppure le avrebbe prese anche lui.
Il motivo? Nessuno lo sa, ma i teppisti che lo hanno aggredito hanno spesso usato la parola “Ma’sara.” Ma’sara è uno dei villaggi che partecipano alla resistenza popolare e che preparano le pacifiche manifestazioni settimanali che gli agenti della polizia di confine sono “costretti” a reprimere. Tutto questo li infastidisce e gli impedisce di andarsene a casa per il weekend. M. ha detto di essere sicuro che questa è la sola ragione per cui lo hanno preso e picchiato.
“Venerdì, le forze di occupazione israeliane hanno represso la manifestazione settimanale ad Al-Ma’srah organizzata dalla resistenza popolare contro il muro e contro l’apartheid.
La manifestazione intendeva condannare l’uccisione di Islam Toubassi da parte delle forze speciali israeliane a Jinin, inoltre voleva esprimere solidarietà alla moschea di Al-Aqsa e ricordare il 31° anniversario del massacro di Sabra e Shatila.
Prima che il corteo raggiungesse l’ingresso del villaggio, le forze di occupazione israeliane erano già penetrate in profondità nel villaggio con i loro veicoli – dichiarando che era tutto zona militare chiusa. Poi hanno attaccato i manifestanti con scudi di plastica mentre questi cercavano di accedere alle loro terre.
Il coordinatore della resistenza popolare contro il muro e contro gli insediamenti, Mahmoud Zawahreh, ha dichiarato in inglese ed in arabo che la resistenza popolare andrà avanti ed ha condannato il raid di dozzine di coloni presso le Fonti di Salomone a sud di Betlemme. Ha anche parlato della sofferenza del popolo palestinese a causa dell’occupazione israeliana, del muro dell’apartheid e delle politiche di colonizzazione. Ha criticato specialmente il trattamento irriguardoso verso i luoghi religiosi.
https://www.facebook.com/AlMasraPress
Nabi Saleh
Il corteo ha condannato e commemorato le violazioni.
I manifestanti hanno tentato di raggiungere la fonte d’acqua nel corso della manifestazione del venerdì. I bambini erano quasi giunti alla fonte ma sono stati bloccati dalle forze di occupazione israeliane. Attivisti raccontano che l’esercito ha sparato lacrimogeni e che le scintille dei candelotti hanno innescato degli incendi in punti dalla valle di Nabi Saleh.
Appena il corteo ha raggiunto i terreni confiscati, l’esercito ha iniziato a sparare proiettili ricoperti di gomma e candelotti lacrimogeni (che hanno provocato molti casi di soffocamento). Così, il movimento di resistenza popolare ha indetto un’Intifada per rifiutarsi di cedere ai brutali massacri dell’occupazione israeliana ed allo loro quotidiane violazioni, fino a vedere ristabiliti i diritti legali e la libertà.
https://www.facebook.com/pages/Nabi-Saleh-Solidarity/17…17209
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.6251636841947…62736
David Reeb http://www.youtube.com/watch?v=3CGNrQQCSpE
Qaddum
Centinana di residenti, internazionali ed attivisti israeliani hanno partecipato al corteo del venerdì in cui sono stati scanditi slogan nazionali perchè si faccia giustizia di coloro che perpetrano il massacro di Sabra e Shatila nel giorno del suo 31° anniversario.
Uno dei coordinatori-stampa del comitato popolare di Kafr Qaddum, Murad Eshteiwi, ha dichiarato che i soldati israeliani insieme alla polizia di confine hanno direttamente represso e preso di mira i pacifisti Zahi Ali e Abdul Razzaq Amer, sparandogli addosso candelotti lacrimogeni.
Tra i feriti che si conoscono, Raed Nasser ( di 15 anni, ferito alla spalla da un candelotto), Mu’awiah Mahmoud Shtiwi (di 17 anni, ferito al fianco da un candelotto) e Shaul (di 30 anni, attivista israeliano ferito alla spalla mentre era con la squadra di Palestine TV). Le forze di occupazione israeliane hanno preso di mira i giornalisti di varie emittenti TV satellitari. Di conseguenza hanno ferito un reporter di un’agenzia cinese (Sam) con un candelotto sparato al ginocchio, ma anche un foto-giornalista (Ayman Idriss) con un candelotto al petto. Hanno anche danneggiato il loro equipaggiamento come pure quello di un volontario israeliano di B’Tselem.
https://www.facebook.com/AlMasira.KufurKaddom
Un altro resoconto:
“Circa 300 Palestinesi e 4 israeliani hanno partecipato insieme ad un pugno di internazionali alla manifestazione del venerdì.
Di fronte c’era l’esercito occupante con i suoi teppisti, jeep ed altro equipaggiamento pesante con dozzine di soldati fanatici ed assetati di sangue. Persino prima che la manifestazione iniziasse, è partito il lancio ovunque di lacrimogeni. Hanno formato un fronte sulla strada e sulle colline a sinistra – orde con le divise color oliva. Quando la manifestazione è iniziata, un trattore è entrato nel villaggio per rimuovere le barricate alzate in precedenza da giovani diligenti. Il trattore era scortato da jeep e soldati in assetto di guerra. Hanno continuamente sparato indiscriminatamente dosi massicce di gas. Dire che si è trattato di “lanci mirati” è come sminuire quello che è successo oggi. Hanno sparato da cecchini, allo scopo di colpire e ferire le persone. Ne sono la prova i molti manifestanti con ferite lievi.
Sei Palestinesi sono rimasti feriti in diversi punti del corpo da candelotti e granate di lacrimogeni. Alle anche, all’addome, alla schiena, ai fianchi ed alle spalle. Anche al ginocchio per un giornalista cinese, ed alla mano per un giornalista israeliano. Tutti medicati nel villaggio.
Tutte queste atrocità non nuoceranno nemmeno per un secondo al morale ed alla determinazione dei residenti di Qaddum nella lotta.
I bastardi hanno anche sparato ad un attivista israeliano con un fucile spara candelotti, con un angolo diretto ed a corta distanza! Puntavano anche alle persone nei vicoli, come si può vedere dal video. Si tratta nient’altro che di tentato omicidio contro persone che non costituiscono alcuna minaccia per i soldati!”
http://www.facebook.com/media/set/?set=a.62578427411029…14816
Odai Qaddomi https://www.youtube.com/watch?v=sRrYv0Jmkq4
Susia
Il villaggio è oggetto di intense manovre di sgombero da molti anni. Ci sono state qui tante azioni unitarie.
Recentemente un locale cantante israeliano di sinistra doveva tenere un concerto in un vicino un insediamento ed era stato fatto oggetto di pressioni da parte degli attivisti israeliani della campagna… Ha vacillato ed ha annunciato la cancellazione dello spettacolo, ma ci sono state delle contro-pressioni che gli hanno fatto di nuovo cambiare idea. Una manifestazione unitaria si è tenuta vicino al luogo del concerto.
SocialTV https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v…GYsBs
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Non dite che non lo sapevamo n°380
Il governo israeliano continua la sua campagna contro i cittadini beduini residenti nel Negev.
Martedì 17 settembre 2013, agenti governativi accompagnati dalla polizia sono arrivati nelle località beduine del Negev ed hanno iniziato a demolire le case; ad Al-Fur’a, a sud di Arad, hanno demolito una casa di una coppia appena sposata. Anche ad El-Za’arura, vicino Kseifeh, hanno demolito anche la casa di una coppia in procinto di sposarsi. Hanno di nuovo demolito il villaggio di ‘Atir, vicino Hura, e confiscato un trattore ed un’autocisterna. Poi hanno proseguito con la demolizione di El’Araqib, ancora una volta.
Questions & queries: amosg@shefayim.org.il
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Ilan Shalif
http://ilanisagainstwalls.blogspot.com/
Anarchici Contro Il Muro
http://www.awalls.org
Traduzione a cura di FdCA – Ufficio Relazioni Internazionali