La manifestazione indetta il 9 maggio a Genova a seguito della morte di sette lavoratori del porto ha visto protagonisti i lavoratori portuali, i quali, dopo i riti del caso e la retorica vuota e ipocrita dei discorsi ufficiali hanno cercato di prendersi lo spazio per dire la loro.
Hanno dovuto faticare e contestare duramente gli organizzatori per affermare due semplici sacrosante verità: sono morti sul lavoro, sono stati sacrificati sull’altare della produttività e del profitto.
Prima lo hanno urlato poi una volta raggiunto e rimessa in funzione l’amplificazione lo hanno ripetuto con decisione e hanno espresso dolore e commozione verso i caduti e i loro famigliari ai quali non faranno mancare la solidarietà.
Ieri da Genova è arrivato un segnale importante: da una parte le istituzioni, dall’altra i lavoratori che hanno fatto chiarezza sulle responsabilità e sulle conseguenze della riduzione dei lavoratori a merci fra le merci.
Commissione Sindacale Federazione dei Comunisti Anarchici
10 maggio 2013