100 anni dalla rivolta di Kronstadt

Che i lavoratori di tutto il mondo sappiano che noi, i difensori del potere dei soviet, vigileremo sulle conquiste della rivoluzione sociale. Noi conquisteremo o periremo sotto le rovine di Kronstadt, combattendo la giusta causa delle masse lavoratrici. I lavoratori di tutto il mondo ci giudicheranno. Il sangue degli innocenti sarà sulle teste dei comunisti, selvaggi pazzi ubriachi di potere.
Viva il potere dei soviet!”

Il Comitato Rivoluzionario Provvisorio di Kronstadt

Il 1° marzo 1921, il Soviet di Kronstadt si sollevò in rivolta contro il regime del Partito “Comunista” russo. La guerra civile era effettivamente finita, con l’ultimo degli eserciti bianchi nella Russia europea sconfitto nel novembre 1920. Le rimanenti battaglie in Siberia e in Asia centrale erano oltre l’estensione territoriale di quella che sarebbe stata l’URSS l’anno successivo. Le condizioni economiche, tuttavia, rimanevano terribili. In risposta, gli scioperi scoppiarono in tutta Pietrogrado nel febbraio 1921. I marinai di Kronstadt inviarono una delegazione per indagare sugli scioperi.

Il contesto

La città di Kronstadt si trova sull’isola di Kotlin, che domina le vie di accesso a Pietrogrado. Era la sede della più grande base navale russa e fu un bastione della politica rivoluzionaria dal 1905. Ha giocato un ruolo importante nelle rivoluzioni del 1905 e del 1917. Il Soviet di Kronstadt fu istituito nel maggio 1917, non molto tempo dopo quello di Pietrogrado.

Durante tutto il 1917, i soviet si erano moltiplicati e rafforzati in tutto l’impero russo. In ottobre, avevano rovesciato il governo provvisorio. Il Secondo Congresso panrusso dei Soviet prese il potere nelle proprie mani. Il Congresso, tuttavia, accettò una proposta bolscevica di nominare un Consiglio dei Commissari del Popolo per agire come un gabinetto esecutivo sul Soviet. I bolscevichi non persero tempo nel creare un apparato statale con poteri coercitivi. Fondamentalmente, subordinarono i soviet locali e regionali a quello centrale.

Già nell’aprile 1918, i bolscevichi iniziarono la repressione contro gli anarchici e iniziarono le purghe dei soviet. La Rivoluzione d’Ottobre aveva stabilito la libertà di stampa e il diritto dei soldati di eleggere i loro ufficiali, ma i bolscevichi rovesciarono questi e molti altri cambiamenti sociali vitali nel corso della guerra civile.

La repressione di ogni opposizione, il comunismo di guerra e le requisizioni forzate imposte dai plotoni di esecuzione, insieme alla diffusione della povertà e della fame, alienarono molte delle simpatie che operai e contadini avevano riposto nel bolscevismo. Le proteste degli operai e dei contadini contro le misure autoritarie bolsceviche furono frequenti dal 1918 al 1921, comprese diverse ondate di scioperi operai.

La risoluzione di Petropavlovsk

Gli scioperi di Pietrogrado del febbraio 1921 spinsero i marinai di Kronstadt ad inviare una delegazione per indagare e riferire. I marinai stessi erano stati scontenti della gestione della Marina e avevano deposto il loro comandante in gennaio. Il rapporto della delegazione indusse all’approvazione della risoluzione di Petropavlovsk:

In considerazione del fatto che gli attuali soviet non esprimono la volontà degli operai e dei contadini, tenere immediatamente nuove elezioni a scrutinio segreto, avere la campagna pre-elettorale caratterizzata dalla piena libertà di agitazione tra gli operai e i contadini;

– Stabilire la libertà di parola e di stampa per gli operai e i contadini, per gli anarchici e i partiti socialisti di sinistra;
– Assicurare la libertà di riunione per i sindacati e le organizzazioni contadine;
– Convocare una conferenza apartitica degli operai, dei soldati dell’Armata Rossa e dei marinai di Pietrogrado, Kronstadt e della provincia di Pietrogrado, non oltre il 10 marzo 1921;
– Liberare tutti i prigionieri politici dei partiti socialisti, così come tutti gli operai, i contadini, i soldati e i marinai imprigionati in relazione al movimento operaio e contadino;
– Eleggere una Commissione per rivedere i casi dei detenuti nelle prigioni e nei campi di concentramento;
– Abolire tutti i politotdeli (uffici politici) perché nessun partito dovrebbe ricevere privilegi speciali nella propagazione delle sue idee o ricevere il sostegno finanziario del governo per tali scopi. Invece dovrebbero essere istituite commissioni educative e culturali, elette localmente e finanziate dal governo;
– Abolire immediatamente tutte le zagryaditelniye otryadi (unità bolsceviche armate per sopprimere il traffico e confiscare generi alimentari);
– Eguagliare le razioni di tutti coloro che lavorano, con l’eccezione di quelli impiegati in mestieri dannosi per la salute;
– Abolire i distaccamenti di combattimento bolscevichi in tutti i rami dell’esercito, così come le guardie bolsceviche in servizio nelle unità militari e nelle fabbriche. Se tali guardie o distaccamenti militari fossero necessari, devono essere nominati nell’esercito dai ranghi, e nelle fabbriche secondo il giudizio degli operai;
– Dare ai contadini piena libertà d’azione per quanto riguarda la loro terra, e anche il diritto di tenere il bestiame, a condizione che i contadini gestiscano ciò con i loro propri mezzi; cioè, senza impiegare manodopera a pagamento;
– Chiedere a tutti i rami dell’esercito, così come ai nostri compagni militari kursanti, di aderire alle nostre risoluzioni;
– Richiedere che la stampa dia il massimo risalto alle nostre risoluzioni;
– Nominare una Commissione di controllo itinerante;
– Permettere la libera produzione kustarnoye (piccola scala individuale) con l’utilizzo dei propri mezzi.

Questa risoluzione può essere riassunta come contenente due richieste fondamentali: il ripristino della democrazia sovietica e un compromesso economico con i contadini.

La rivolta e la soppressione

Il 1° marzo, una riunione di massa convocata dal Soviet di Kronstadt approvò la Risoluzione di Petropavlovsk. Fu l’inizio dell’insurrezione di Kronstadt. Nei giorni successivi, i ribelli provarono a negoziare con il governo bolscevico. Permisero a Kalinin di tornare a Pietrogrado. Ignorarono il consiglio degli ufficiali zaristi (che erano stati impiegati dalla Marina come consulenti tecnici) di prendere misure militari, compresi gli attacchi alla terraferma. I bolscevichi non ricambiarono e arrestarono le delegazioni di Kronstadt che raggiungevano luoghi sulla terraferma.

Il governo attaccò il 7 marzo, ma fu sconfitto, avendo perso forze sostanziali per defezioni. Un attacco più serio il 10 marzo fu anch’esso sconfitto, con molte perdite da parte bolscevica. L’attacco finale, con forze molto più grandi, avvenne il 17-18 marzo e riuscì a conquistare Kronstadt e a sopprimere la rivolta.

L’eredità

Oggi gli anarchici ricordano il centenario della rivolta di Kronstadt per due motivi. In primo luogo, dimostra che non è vero che l’unica alternativa al capitalismo in Russia era il regime autoritario e repressivo del cosiddetto partito “comunista”. Il popolo di Kronstadt aveva mantenuto vivi i valori originali della Rivoluzione Russa e li stava sollevando di nuovo contro il governo commissariale del Partito. Hanno fallito perché il popolo russo era esausto, non perché le loro idee sono state respinte.

In secondo luogo, ricordiamo Kronstadt perché la vera storia della ribellione è molto diversa dalle versioni menzognere diffuse da vari gruppi leninisti e mostra quanto i bolscevichi si fossero allontanati dai principi su cui era stata fondata la Rivoluzione d’Ottobre. Il popolo di Kronstadt voleva soviet democratici, non un’Assemblea Costituente che poteva solo stabilire un governo capitalista. Rifiutò l’aiuto dall’estero, rivolgendosi invece agli operai e ai contadini della Russia. E nel corso del conflitto mostrò coerentemente principi più elevati, tentando in ogni momento e persino durante la battaglia finale di fraternizzare con le truppe governative e conquistarle politicamente. Alcuni leninisti, nel disperato tentativo di difendere la credibilità della denuncia dei bolscevichi dell’insurrezione di Kronstadt come controrivoluzionaria, citano dichiarazioni di bolscevichi di Kronstadt nel periodo successivo. Riteniamo necessario soltanto precisare che queste dichiarazioni furono firmate da persone detenute in prigione e minacciate di esecuzione. Dichiarazioni false possono essere ottenute di solito per molto meno.

I bolscevichi (che allora si chiamavano Partito “Comunista”) tennero il loro 10° Congresso durante il periodo della rivolta di Kronstadt. I critici della ribellione spesso citano gli articoli della Risoluzione di Petropavlovsk come richiesta di un compromesso inaccettabile con i contadini, ma raramente menzionano che il 10° Congresso approvò la Nuova Politica Economica, che era un compromesso molto più ampio. In verità, gli aspetti della Risoluzione di Petropavlovsk che erano inaccettabili per i bolscevichi erano quelli che stabilivano la richiesta di democrazia sovietica. Erano i bolscevichi, non il popolo di Kronstad, che si mettevano contro la classe lavoratrice.

Oggi gli anarchici e le anarchiche lavorano per nuove rivoluzioni delle classi lavoratrici e popolari in tutto il mondo e lottano per la più completa democrazia diretta al loro interno. Ci ispiriamo ai e alle ribelli di Kronstadt e puntiamo a far sì che, anche se in ritardo, non abbiano versato il loro sangue invano.

Tutto il potere ai Soviet!

Viva il potere dei Soviet liberamente eletti!

☆ Alternative Libertaria/ Federazione dei Comunisti Anarchici (AL/FdCA) – Italia
☆ Anarchist Communist Group (ACG) – Gran Bretagna
☆ Αναρχική Ομοσπονδία – Anarchist Federation – Grecia
☆ Aotearoa Workers Solidarity Movement (AWSM) – Aotearoa/Nuova Zelanda
☆ Coordenação Anarquista Brasileira (CAB) – Brasile
☆ Devrimci Anarşist Faaliyet (DAF) – Turchia
☆ Die Plattform – Anarchakommunistische Organisation – Germania
☆ Embat Organització Libertària de Catalunya – Catalogna
☆ Federación Anarquista de Rosario (FAR) – Argentina
☆ Federación Anarquista de Santiago (FAS) – Cile
☆ Federación Anarquista Uruguaya (FAU) – Uruguay
☆ Grupo Libertario Vía Libre – Colombia
☆ Libertäre Aktion – Svizzera
☆ Melbourne Anarchist Communist Group (MACG) – Australia
☆ Organización Anarquista de Córdoba (OAC) – Argentina
☆ Organización Anarquista de Tucumán (OAT) – Argentina
☆ Organisation Socialiste Libertaire (OSL) – Svizzera
☆ Union Communiste Libertaire (UCL) – Francia
☆ Workers Solidarity Movement (WSM) – Irlanda
☆ Zabalaza Anarchist Communist Front – ZACF – Sud Africa

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