machrek / arabie / irak | impérialisme / guerre | communiqué de presse Wednesday September 11, 2013 12:17 by Relations Internationales de la CGA – Coordination des Groupes Anarchistes
Documento politico della Coordination des Groupes Anarchistes (Francia) sulla situazione in Siria. [Français]
Stati e forze reazionarie: giù le mani dalla rivoluzione siriana
A partire dal marzo 2011, è in corso in Siria un processo rivoluzionario. Il popolo è insorto contro il sanguinario regime fascista di Bashar al-Assad e contro il Partito Ba’ath. Non essendo nè un “complotto imperialista”, nè un “complotto islamista” e nemmeno un “complotto sionista”, questa rivoluzione popolare sta dentro quella più globale rivolta contro il capitalismo, per la giustizia e la libertà, che si è sviluppata tra gli oppressi e gli sfruttati dall’Egitto alla Cina, dalla Russia alla Turchia, dall’Europa al Brasile, dalla Tunisia alla Siria.
La brutale repressione da parte del “laico” regime fascista
Questa rivolta è stata affrontata con una brutale repressione da un regime che ha scelto di giocare la carta del settarismo religioso mentre si autorappresentava ipocritamente come “protettore delle minoranze”, un regime che massacrava i suoi oppositori, fossero adulti o bambini. Questo regime è stato sostenuto dal regime clerico-fascista dell’Iran e dall’imperialismo russo. La repressione ha portato una rivolta che inizialmente era pacifica alla scelta di militarizzarsi, per necessità di autodifesa.
Le strumentalizzazioni delle potenze imperialiste in competizione
Come in ogni processo rivoluzionario, alcune forze, estranee agli scopi rivoluzionari, hanno cercato di strumentalizzare gli eventi allo scopo di far emergere obiettivi che non hanno nulla a che vedere con quella libertà e quella uguaglianza, così tanto perseguite dal popolo siriano insorto.
Al momento della sua militarizzazione, il processo rivoluzionario si è trovato a dover far fronte ad una contro-rivoluzione interna: alcuni movimenti reazionari e clerico-fascisti, finanziati, armati e sostenuti dalla Arabia Saudita, dal Qatar e dalla Turchia ma anche dai miliardari sauditi, hanno cercato fortemente di far deviare il processo rivoluzionario allo scopo di trascinarlo nella regionale contesa politico-religiosa tra fascismo religioso sciita e fascismo religioso sunnita.
Questi movimenti hanno un vantaggio militare sulla laica rivoluzione siriana grazie al loro ruolo quali emanazioni e clienti dei regimi fascisti e dell’imperialismo occidentali, un vantaggio militare che viene usato per soffocare la dinamica rivoluzionaria. Agendo da veri feudali signori della guerra che controllano le loro aree tramite il terrore, queste forze non esitano a spianare la strada all’esercito del regime dietro pagamento in contanti. Tali forze svolgono anche il ruolo di braccio armato della Turchia contro il movimento curdo, massacrando e stuprando su commissione, all’interno della guerra regionale contro il popolo curdo.
Contro-rivoluzione esterna ed interna: Stati e religiosi fascisti uniti contro il popolo curdo ed arabo
Nell’area curda della Siria, nel frattempo, è in corso uno specifico processo rivoluzionario, all’interno della battaglia del movimento popolare curdo per l’autonomia regionale, che si oppone al regime, ma che si rifiuta di sacrificare la causa curda sull’altare del nazionalismo arabo delle ideologie nazionaliste siriane. Questo desiderio di autonomia ha portato i Curdi a doversi scontrare sia col regime che con i reazionari nazionalisti ed islamisti, entrambi oppositori di una terza via per ragioni tra loro diverse.
La Francia ha mantenuto per lungo tempo stretti rapporti col regime siriano. Insieme agli Stati Uniti ed ai loro alleati regionali, Arabia Saudita, Qatar ed Israele, è finita per sostenere la contro-rivoluzione clerico-fascista. Il movimento popolar-rivoluzionario siriano, del tutto laico in sè, si trova invece ad essere deliberatamente isolato da tutte queste forze: il suo obiettivo, l’autodeterminazione del popolo siriano, è una questione di fatto totalmente estranea agli interessi imperialisti in competizione che si stanno affrontando in suolo siriano.
Sia i clerico-fascisti che il regime sono super-armati: il popolo è disarmato
Il flusso delle armi scorre verso i reazionari religiosi e verso i clienti dei fantocci del Consiglio Nazionale Siriano, tramite l’Occidente, la Turchia, l’Arabia Saudita ed il Qatar. Ma le armi arrivano anche al regime grazie all’Iran, alla Cina ed alla Russia.
Il popolo siriano ed i rivoluzionari laici sono i soli, intanto, ad essere senza armi, poichè l’incubo peggiore per entrambi i blocchi imperialisti in competizione è che il popolo possa difendersi da sè, sia contro il regime che contro i clerico-fascisti ed i predatori imperialisti che stanno cercando di scippare la rivoluzione al popolo siriano.
Un intervento contro-rivoluzionario
I recenti successi militari del regime, favoriti da questa devastante politica attuata dai reazionari e dai clerico-fascisti takfiristi, strumenti del Qatar e dell’ Arabia Saudita, nonchè degli Stati Occidentali, che sono dovuti al sostegno iraniano e russo, hanno spinto gli Stati Occidentali ed i loro alleati in Medio Oriente a prendere in considerazione un intervento militare: il cui scopo non ha nulla a che vedere col “proteggere il popolo siriano”, come essi dicono, quanto piuttosto ha molto a che fare con la loro strumentalizzazione del conflitto all’interno della contesa regionale.
Questo intervento sarebbe un nuovo passo nel tentativo di riprendere il controllo sul processo rivoluzionario e di strumentalizzarlo all’interno della partita geopolitica regionale.
Il popolo siriano che vuole la libertà si trova tra l’incudine ed il martello. Fin dall’inizio del processo rivoluzionario la grande maggioranza del popolo siriano ha dovuto opporsi a qualsiasi intervento esterno, chiedendo solo i mezzi per autodifendersi.
Questi mezzi gli sono stati sempre megati, con la scusa che “non si sapeva in quali mani le armi sarebbero finite”. Tuttavia, i clerico-fascisti sono pieni di armi, come pure i soldati del regime. E qui sta l’ipocrisia dei regimi occidentali, dato che il destino del popolo siriano è l’ultima delle loro preoccupazioni.
Dalla nostra parte, dalla parte del popolo, dalla parte della libertà contro tutti gli Stati
Sostenere il movimento popolare siriano, rifiutare tutti gli interventi e la contro-rivoluzione clerico-fascista: questo è l’enorme compito che grava sui lavoratori, soprattutto negli Stati che stanno guidando la contro-rivoluzione, sia sostenendo il regime sia sostenendo le forze reazionarie che puntano ad instaurare una nuova dominazione a spese del popolo.
In Francia, in Russia, in Iran, negli Stati Uniti, in Turchia ed in Israele, deve sentirsi forte la nostra voce:
Tenete le vostre mani sanguinarie lontane dalla rivoluzione siriana!
No al clerico-fascismo, no al fascismo “laico”:
Sostenere le rivoluzioni laiche, degli Arabi e dei Curdi.
No ai bombardamenti. Armi per l’auto-difesa popolare del popolo siriano!
Segreteria per le Relazioni Internazionali
Coordination des Groupes Anarchistes, Francia
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)
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