Volevano farci credere che la sede di Casapound di Cremona fosse chiusa per sempre, per raffreddare la rabbia degli antifascisti, ma il nostro impegno non si arresta con un semplice cartello “vendesi”.
Il clima di tensione, creato dalla presenza di questa sede e dalle aggressioni subite dai compagni – come quella di Emilio, tuttora ricoverato in gravi condizioni, non sono bastate a smuovere le coscienze dei benpensanti. Sono ancora in molti a credere che sia solo uno scontro tra bande.
La riapertura dell’attività del gruppo neofascista di Casapound, con la presenza di blindati della polizia a protezione, è una provocazione verso tutti coloro che hanno subito le aggressioni di questi mesi e alla coscienza antifascista di questa città.
A coloro che anteponevano le vetrine rotte di alcune banche alla testa rotta di Emilio, e per questo chiedono la chiusura dei centri sociali e non la chiusura del covo fascista di Casapound, vada tutto il nostro disprezzo mentre sulle autorità cittadine ricada la responsabilità di un nuovo ed eventuale innalzamento del clima di tensione.
Nel corso degli anni Casapound si è macchiata di delitti e di aggressioni continue, generando odio xenofobo e intolleranza verso i diversi ovunque essi siano presenti.
A coloro che si sono attivati in solidarietà al compagno Emilio dopo l’aggressione subita, anche se con modalità diverse e non sempre convergenti, chiediamo l’impegno a mobilitarsi affinché l’antifascismo e l’antirazzismo diventino sempre più coscienza collettiva.
Obiettivo comune di tutti coloro a cui sta a cuore la difesa dei valori antifascisti deve essere la chiusura di Casapound a Cremona, senza se e senza ma.
Alternativa Libertaria /Fdca Fed. cremonese