Crema. Il sindaco Stefania Bonaldi e il brivido dell’ignoranza e delle buone maniere

Succede a Crema, che dopo più di sessantanni si ripeschi dai magazzini del comune la statua del re, che in questo caso è Vittorio Emanuele II che per alcuni è re galantuomo.
E’ singolare che dopo più di sessantanni dalla scomparsa della monarchia, per volere dei cittadini attraverso un referendum si rimetta in piazza la statua di un re e ad inaugurarla sia una giunta di centrosinistra (sic).

Sicuramente il nostro amico e compagno Luigi Brignoli, scomparso nel 1997 e autore dell’atto di giustizia in quel lontano 1946, stia ridendo di gusto dell’ignoranza dei nostri amministratori nostrani.
Luigi Brignoli, partigiano anarchico nel piacentino sotto il comando di Emilio Canzi (il colonnello anarchico) volle colpire un simbolo, la monarchia responsabile del disastro italiano che mise le sorti di questo paese nelle mani del fascismo.

Rimettere la statua di un re nel 2013 è il segno dei tempi, non ci si ricorda che questa è una repubblica nata dalla resistenza contro il fascismo e un imbarazzante tentativo di conciliazione della signora Bonaldi sindaco di Crema è un tentativo goffo di mediazione fra repubblica e monarchia superata dalla storia. Paragonare poi lo statuto albertino con la costituzione italiana nata dopo la lotta di resistenza
, come fa la signora Bonaldi nel suo intervento in piazza, fa parte di quel tentativo di revisionismo storico, di coesistenza con le peggiori presenze antistoriche, del “volemose bene” e del superare gli steccati come se la storia non avesse chiarito da che parte sta la ragione e dove il torto.

Ma purtroppo altri episodi di questo tipo dobbiamo denunciare nella confusione odierna non sempre data dall’ignoranza.

Un altro episodio ancora più grave di rimozione della memoria è avvenuto alcuni mesi fa nel comune di Vaiano, dove la nuova amministrazione di centro destra, ha rimosso dalla sala consigliare del comune le opere dell’artista Angelo Noce che avevano per tema guarda caso La Resistenza, definite” troppo ideologiche”. Si tratta di tre opere a stucco che coprivano l’intera parete della sala consigliare commisionate molti anni fa dalla prima giunta di sinistra del comune di Vaiano Cremasco. Queste rappresentavano tre momenti della nostra storia passata e odierna, come la morte di Franceschi, a monito alle generazioni future affinchè la memoria non venga meno.
Anche questo è un segno dei tempi che viviamo ma ci rifiutiamo di credere che sia dovuto alla ignoranza, besì a un atto criminale di volontà politica, di confusione voluta e di rimozione della memoria.

Chi non ha memoria non ha futuro.

Fdca Cremonese

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