Venerdì 23 settembre 2022 ricominceranno gli scioperi per il clima indetti da Fridays
For Future: sembrano passati anni da quando gli studenti e le studentesse hanno iniziato a scendere in piazza per esigere azioni concrete ed immediate per limitare fortemente i danni che la società basata sul capitalismo sta infliggendo al pianeta. La politica istituzionale in linea di massima ha risposto a queste istanze con promesse vuote che ad oggi non hanno portato a nulla di concreto.
Domenica 25 settembre in Italia ci saranno le elezioni politiche e lo sciopero dei FFF serve anche per cercare di dare l’ennesima sveglia ad una classe dirigente che, nonostante proclami importanti, non ha la minima intenzione di rinunciare alle ingenti fette di profitto che ancora garantiscono le fonti fossili.
La cosiddetta green economy è stata pensata e posta in essere proprio per permettere ai giganti del fossile e alla grande industria di continuare ad estrarre e a produrre utilizzando risorse che hanno indebolito le difese immunitarie del pianeta, ma facendolo con mezzi meno inquinanti, quando va bene; una foglia di fico che non riesce a coprire lo scempio che la sete di profitto di pochi ha provocato.
Le varie conferenze sul clima che si succedono nel corso degli anni, nel tentativo di limitare i cambiamenti climatici di origine antropica (o meglio, di origine capitalistica), pongono obiettivi anche ambiziosi, ma da raggiungersi in un lasso di tempo inadeguatamente lungo; considerato poi che le classi politiche che si susseguono ai governi nazionali non hanno avuto fin’ora la volontà di imporre scelte drastiche per limitare i danni ecologici che gravano sempre di più soprattutto sulle fasce di popolazione meno abbienti, gli obiettivi di carbon neutrality entro il 2050 verranno sicuramente sforati e il problema verrà scaricato in maniera amplificata sulle prossime generazioni.
Come Alternativa Libertaria/FdCA aderiamo allo sciopero del clima di Fridays For Future, convinti che senza un cambio di paradigma sociale non ci potrà essere salvezza ambientale, che la società capitalista è per propria natura vorace nel
depredare ambiente e territori, che la sete di profitto genera sfruttamento del pianeta e delle persone e che all’interno di un tale paradigma sociale purtroppo servono a poco le pur buone e necessarie pratiche ecologiche individuali.
La pandemia ci ha messo davanti a parole d’ordine come “andrà tutto bene” oppure
“tornerà tutto come prima”, ma sono proprio lo status quo e la mancata volontà di cambiamento che hanno condotto milioni di giovani nelle piazze.
E che cambiamento invece sia, una rivoluzione ecologica e sociale è ormai necessaria perché il tempo stringe e il climate change sta già producendo i suoi effetti peggiorando sensibilmente le nostre vite, colpendo ferocemente le fasce più fragili, acuendo le criticità ambientali e sociali su scala mondiale.
Contro la voracità del capitalismo
Per una società più giusta ed equa
Ora, perché non abbiamo un pianeta di riserva
Alternativa libertaria/FdCA