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Giovedì 24 aprile scorso ricorreva l’anniversario del crollo dell’edificio di Rana Plaza a Dhaka, con la morte di oltre 1100 lavoratori e lavoratrici. Lo hanno ricordato i sopravvissuti al disastro, le famiglie delle vittime, i lavoratori ed i sostenitori in tutto il mondo. Ecco le foto delle iniziative a Dhaka, in tutto il mondo, tra cui Melbourne, in Australia. Nel frattempo prosegue nei confronti delle compagnie responsabili la lotta per ottenere un adeguato risarcimento per i feriti e per le famiglie delle vittime. Il massacro dell’industria nel Rana Plaza non è che la conseguenza dell’inarrestabile tendenza del capitalismo ad una corsa verso il basso |
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Come già esposto la scorsa settimana, lo sciopero che è iniziato ai primi di aprile nella più grande fabbrica di calzature di Dongguan, la Yue Yuen, ha avuto effetti di lunga portata. Sono più di 60.000 i lavoratori coinvolti nelle ben coordinate azioni di sciopero mentre devono resistere ad una crescente repressione, con singoli lavoratori già colpiti. Lo sciopero ha messo in evidenza la forza della classe lavoratrice cinese all’interno dell’economia globale, sfidando gli investitori capitalisti. Vi sono state azioni di solidarietà in tutto il mondo (vedi qui e qui). Anche se alcuni lavoratori hanno subito pressioni per tornare al lavoro, molti non ne vogliono sentir parlare. Solo tramite la creazione di sindacati davvero indipendenti i lavoratori cinesi potranno difendere i loro diritti. |
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Il 28 aprile, sindacati e lavoratori di tutto il mondo si fermeranno non solo per ricordare coloro che hanno perso la vita a causa di incidenti e di patologie sul lavoro – ma per lottare per la propria vita. Questo significa lottare per una migliore regolamentazione delle condizioni di salute sui posti di lavoro, per aumentare l’attività di controllo dei governi e per avere posti di lavoro più sicuri per tutti. Quest’anno il 28 aprile cade di lunedì e ci sarà un’iniziativa alla Trades Hall alle 10.30. Invitiamo i Respondabili alla salute ed alla sicurezza, i delegati ed i lavoratori a partecipare. Download AAWL’s Workers’ Memorial Day leaflet here. |
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Il Primo Maggio viene celebrato a livello internazionale dal 1886 quale giornata dell’unità dei lavoratori. Corteo di solidarietà con i lavoratori di tutto il mondo. Primo Maggio con manifestazione di solidarietà a Melbourne Download leaflet here Other May Day events in Melbourne include a lunchtime event and a march on Sunday the 4th of March |
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Alla fine di aprile saranno tre anni di prigionia per Somyot a cui è stato contestato il reato di violazione della legge di Lesa Maestà (Articolo 112). In Thailandia, è stata organizzata una settimana di iniziative che culmineranno il Primo Maggio, per spingere alla liberazione di Somyot. Nel frattempo, nel corso della Conferenza di studi thailandesi a Sydney, è passata una dura mozione a sostegno di Somyot e contro l’articolo 112. A dimostrazione dei crescenti pericoli per gli attivisti sindacali e per i diritti umani in Thailandia, la scorsa settimana è stato ucciso il noto poeta ed oppositore Kamol Duangpasuk, conosciuto come Mai-Nueng Goontee. |
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I lavoratori sono più forti quando lottano insieme e si organizzano. Quando si è geograficamente vicini è più semplice vedere come si può fare. E come fare a livello internazionale? Cosa vuol dire solidarietà internazionale? Quali sono i metodi migliori per fare solidarietà coi lavoratori di paesi diversi? Quali sono i modi migliori per noi per organizzarci in un’economia globalizzata? Mercoledì 7 maggio alle 18.00 Download AAWL’s leaflet here |
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Il Pakistan è un posto molto duro per l’organizzazione dei lavoratori, con tutti i nemici che si ritrovano in vari settori della società. Essere un giornalista e cercare solo di fare il proprio lavoro può essere pericoloso, visto che ci sono stati oltre 50 giornalisti uccisi negli ultimi 10 anni inPakistan. La scorsa settimana, Hamid Mir un giornalista TV, è sopravvissuto a 6 colpi da sparo. La reazione dei Servizi Segreti Pakistani è stata quella di invitare a chiudere l’emittente TV dove Hamid Mir lavora. Solo una risposta unitaria dei lavoratori potrà mettere fine a queste uccisioni. |
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Recentemente molti attivisti sindacali iraniani sono stati condannati a molti anni in carcere mentre il governo iraniano cerca di contenere la rabbia dei lavoratori contro i bassi salari e le condizioni di lavoro, vedi qui, qui, qui e qui. Molti di questi sindacalisti sono finiti nel famigerato carcere di Evin. In questa prigione ai primi di aprile, guardie e miliziani hanno fatto irruzione per aggredire i detenuti di sinistra. C’è da sperare che questo fatto non sia il preludio ad un altro massacro di detenuti come accadde nell’estate del 1988. |
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