OLTRE LE ELEZIONI

Serviranno a poco, da un punto di vista istituzionale  e di rappresentanza. Eppure queste elezioni europee saranno un test importante soprattutto  sulle scomposizioni politiche in atto, per quanto così  impregnate dal tentativo estremo di trovare ancora una volta la sicurezza economica ai candidati.  E se  questo  è uno degli aspetti vistosi di questa campagna elettorale costruita dai media abilmente, che come sempre polarizzano lo scontro mediatico su temi pretestuosi in modo da offuscarne l’essenza politica vera, di fatto come sempre ci si adopera per togliere ogni spazio alle risposte oppositrici de processo autoritario in corso.

Ne è una prova ad esempio l’intento di non favorire qualsiasi aggregazione (vedi la lista Tsipras) che esprima una critica ai processi del debito in modo non fascista. La destra sta avendo dalla sua i media e il  consenso costruito in tutta Europa dagli esperimenti autoritari dell’est europeo, basti pensare alla fascistissima Ungheria ed al suo ottimo rapporto con l’aggregazione Euro-Europea. Chi ancora pensasse che una risposta di destra possa mettere in discussione l’impianto del potere finanziario europeo dovrebbe ricredersi. Come sempre, la destra esercita sulla forma nazione il suo criminale progetto di controllo sociale: non mette in discussione i livelli di accumulazione per esproprio sanciti dalla troika europea,  per colpire così come sempre immigrati e lavoratori, per scaricare sui ceti subalterni gli oneri del pareggio di bilancio. E qualora quest’ultimo fosse contabilizzato in una moneta differente dall’euro e fosse gestito da una nuova sovranità monetaria, non smetterebbe i propri effetti nefasti in un nuovo ciclo inflazionistico.

La corsa a destra è evidente anche in Italia. La diaspora berlusconiana ha moltiplicato i centri elettorali; il PD renziano sta collezionando sostegno ed incoraggiamento proprio da quella destra che solamente gli stolti hanno colto come alternativa alla politica di Matteo Renzi. Garantiti gli impegni europei per il rientro del debito ed il pareggio di bilancio, le politiche sociali si abbattono come una scure nel pieno dell’azione politica nazionale su lavoratori e disoccupati.

Dal canto suo il M5S, fa sempre attenzione a che nella sua protesta contro il malaffare qualunque non entri la questione di classe, tenuta scientemente fuori dalla porta come indesiderata. Pretestuosa e ben servita dai media, il M5S funge così da stampella della italica destra impegnata a sottomettere i lavoratori in un confuso antieuropeismo da spendere sul terreno nazionale, coltivando la pericolosa illusione di un passato buono e vigoroso dell’economia italiana e della politica di questo paese.

Ora, al di la della pericolosità ai richiami nazionali che ricordano gli anni trenta, è abbastanza chiaro il quadro dell’espressione elettorale che si sta delineando: una grande destra, da quella liberale a quella fascista passando per il neopopulismo pentastellato, sta chiudendo il cerchio espellendo di fatto, grazie al concorso dei media e della disinformazione di regime, ogni tipo di alternativa di sinistra e socialista di rappresentanza politica. Ecco il vero colpo di stato di banche e governi.

Il futuro esiste quindi, e definito senza il nostro contributo. E non sarà sicuramente quanto abbiamo desiderato in questi anni di ristrutturazione capitalistica che ci hanno visto combattere e resistere tra le fila della nostra classe di appartenenza.

Compito arduo, che nessuno ci ha imposto per altro ma che ci siamo scelti: un modo teorico e pratico di star dalla parte degli oppressi e dei ceti subalterni, avendo chiaro sempre quale è la posta in gioco attraverso l’analisi materialista della società, nei suoi aspetti peculiari e nelle sue ricadute sociali.

Aspettiamo queste elezioni senza trepidazione, ma prepariamoci al dopo con la volontà ed il rigore che la situazione sociale ci imporrà. Discutiamo di alleanza e di politica, di partecipazione politica, di costruzione di esperienze politiche. Accettiamo fino in fondo di stare nelle contraddizioni del presente con le nostre proposte e le nostre pratiche. E’ evidente che percorsi politici comuni avranno da essere condivisi ed applicati su tutti i territori e dovranno essere espressione europea dell’alternativa politica e sociale a ogni liberismo  e a ogni fascismo. Costruire assemblee che esprimano  potere popolare e di classe, con il nostro contributo.

Il pareggio di bilancio ci imporrà delle scelte.

Ma per uscire dai fallimenti di quella che fu la sinistra collusa con l’impianto generale del capitale, una delle scelte che ormai si pone è quella dell’organizzazione politica come mezzo necessario alla costruzione di una alternativa di classe alla crisi in atto. Riconoscendo nello spazio europeo il livello minimo di intervento politico e sociale, occorre oggi la costruzione ed il rafforzamento di organizzazioni politiche dalle caratteristiche comuniste e libertarie.

Per noi, per la classe lavoratrice.

SN FdCA – maggio 2014


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