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Thailandia: necessaria azione dei lavoratori contro il colpo di stato

Questa settimana abbiamo assistito all’imposizione della legge marziale e poi ad un colpo di stato militare in piena regola guidato dal generale  Prayuth Chan-ocha. Il colpo di stato giunge dopo mesi di instabilità politica e dopo un regolamento di conti tra diverse fazioni dell’elite dominante  nel paese. L’obiettivo di questo colpo di stato militare è quello di colpire il mondo del lavoro e le forze democratiche interne ed esterne al movimento delle Camicie Rosse. I militari vogliono arrestare la crescita di adesioni alle sezioni delle Camicie Rosse e restaurare la stabilità economica e dello sfruttamento per la classe padronale del paese. Le notizie più recenti ci dicono che la moglie ed il figlio di  Somyot sono stati arrestati dai militari. La classe lavoratrice thailandese si è ampliata di molto nell’ultimo decennio, sia nel settore  della automazione che nel settore manifatturiero/industriale. Tocca ora alla sorelle ed ai fratelli della classe lavoratrice scendere in sciopero e procedere alle occupazioni per sconfiggere il colpo di stato.

No ai militari
Libertà per tutti i prigionieri politici
No alla criminalizzazione dell’organizzazione dei lavoratori

 

Corea del Nord: campane a morto per il mistero del crollo di un edificio

Decine, se non centinaia di persone si ritiene siano rimaste uccise nel crollo di un edificio nella capitale  Pyongyang a causa di uso di materiali di scarto. Vi è incertezza sul fatto se l’edificio fosse stato da poco completato o se fosse ancora in costruzione. La portata di questo crollo è stata messa in luce solo diversi giorni dopo la tragedia con una cerimonia ufficiale per commemorare i morti. In Corea del Nord non vi sono sindacati indipendenti e i reports danno conto di  condizioni invivibili e di salari bassi, sia lungo il confine nord con la Cina che nella zona industriale congiunta con la Corea del Sud nel Kaesong.

 

Turchia: i minatori danno sepoltura ai loro morti ed attendono giustizia

Con la sepoltura dei minatori morti, l’attenzione  si sposta ora all’individuazione dei responsabili del massacro per assicurarli alla giustizia. Mentre un certo numero di persone è stato fermato e 3 arrestati, molti lavoratori, secondo fonti governative, sono molto scettici sulle possibilità che una commissione d’inchiesta governativa giungerà alla verità. Lavoratori e  sindacati ritengono che dietro questa catastrofe ci siano responsabilità di singoli tecnici e managers, in un sistema di totale privatizzazione, di tagli selvaggi dei costi e di corsa senza scrupoli verso profitti più remunerativi, quali reali cause di questo e di altri disastri.  Siamo soltanto noi che possiamo fermare questo sistema e nel frattempo le proteste e la repressione continuano.

 

Filippine: solidarietà internazionale per gli attivisti sindacali licenziati

Ai primi di maggio, 24 lavoratori sono stati licenziati dalla NXP Semiconductors. Questi lavoratori erano tutti delegati di base nonchè membri dell’esecutivo del sindacato interno alla NXP. Erano impegnati nella contrattazione per aumenti salariali e per la stabilizzazione  dei lavoratori. La NXP è una global electronics company che opera in più di 25 paesi  ed impiega oltre 5000 operai solo nelle Filippine. Questi licenziamenti sono un evidente caso di “tendenza al ribasso” da parte di un’impresa globale in cui i salari e le condizioni di lavoro degli operai vengono continuamente peggiorati nella infinita ricerca di maggiori profitti. Lunedì 26 maggio giornata di lotta globale contro la NXP.
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India e Bangladesh: altri morti nei cantieri navali di demolizione

Non si ferma la carneficina di operai nei cantieri navali di demolizione in Asia meridionale con almeno altri 15 operai uccisi e molti altri feriti. Negli ultimi incidenti, due operai sono morti nel cantiere di Alang nel Bhavnagar, in India, sepolti sotto una valanga di dischi d’acciaio, mentre altri  quattro operai sono rimasti uccisi da una bombola di gas esplosa nel cantiere di Chittagong, in Bangladesh. Queste morti sono la conseguenza di una politica di taglio dei costi nell’industria della demolizione delle navi che si ripercuote sui già impoveriti operai dell’Asia meridionale. I profitti di queste compagnie navali gocciolano del sangue degli innumerevoli operai morti e feriti.

 

Corea del Sud: le politiche anti-sindacali della Samsung fanno un’altra vittima

Come recentemente riportato, la Samsung ha un terribile stato di condizioni di lavoro, ed è storicamente una delle imprese più anti-sindacali. La scorsa settimana, Ho-seok YEOM, il portavoce del locale sindacato della Samsung Electronics Service si è suicidato a causa della fortissima pressione esercitata su di lui dall’azienda per sottometterlo. Yeom era riuscito nel sindacato Korean Metal Workers a costruire il primo sindacato di massa nella Samsung che era riuscito a resistere dopo il suo lancio nel 2013. Yeon ha lasciato una lettera con cui spinge i suoi compagni del sindacato a continuare la lotta fino alla vittoria. Davanti all’ospedale dove giace il suo corpo per la veglia, la polizia ha attaccato i lavoratori e ne ha arrestati 25. Ora vi è una mobilitazione aziendale in corso.

 

Cina: attivisti sindacali a processo per aver organizzato i lavoratori

Wu Guijun ha passato un anno in carcere in attesa di essere processato per  ‘aver radunato una folla e disturbato il funzionamento dei trasporti pubblici’. L’accusa si riferisce ad una manifestazione del maggio 2013 di lavoratori di un mobilificio a  Diweixin. Gli operai stavano protestando per il rifiuto dell’azienda di incontrare una loro delegazione dopo l’annuciato piano di chiusura dell’impianto. I sostenitori di  Wu si sono recati all’udienza come avevano fatto in precedenza. Wu potrebbe passare i prossimi 5 anni in carcere se venisse condannato. Il suo processo rientra in un ampio disegno di intimidazioni contro gli attivisti nei posti di lavoro in Cina.

 

Australia: incontro pubblico di AAWL – Organizzzarsi per salario globale dignitoso

Nella nostra attuale economia globalizzata, a noi lavoratori viene ripetutamente detto di essere globalmente competitivi, di acquisire le migliori competenze al mondo e di non metterci nelle condizioni di uscire dal mercato. Tutto questo significa per noi lavoratori che dobbiamo lavorare più ore, più duramente e per meno soldi. Una delle modalità con cui i padroni perseguono questo scopo è cercando di indebolirci imponendoci esternalizzazioni, sotto-contrattazione e precarietà lavorativa. E’ necessario organizzarci per sconfiggere queste tattiche padronali. Siete invitati ad un incontro pubblico per discutere le modalità migliori per lottare contro questa offensiva e  per un salario globale dignitoso. Volantino, click qui.

ore 18.00, mercoledì 4 giugno
Trades Hall, Lygon st
Carlton, Victoria, Australia

 

 

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(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

 


 

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