Luigi Molinari

* Crema (CR), 15/12/1866
† Milano, 12/07/1918images l molinari

Luigi Molinari nasce a Crema il 15 dicembre 1866 da Giuseppa Calderoli e da Cesare. A oggi si conosce poco della prima parte della sua vita, ma si può affermare che quando giunse a Mantova (all’età di 23 anni, per rimanervi fino al 1907, anno del suo trasferimento a Milano), dove principalmente si svolse la sua vicenda politica, al punto da farlo annoverare, in svariati “luoghi”, fra i compagni della città di Virgilio (sul sito del Ministero dei Beni Culturali si trova la foto della sua casa di Marmirolo e la didascalia «Casa dell’anarchico Luigi Molinari»), «possedeva già un intenso bagaglio di esperienze politiche e una ferrea idealità anarchica». Terminati gli studi liceali si iscrive a Giurisprudenza, a Pisa, dove si laurea nel 1889. Nella città toscana conosce Pietro Gori e vecchi internazionalisti come Oreste Falleri. Giunto a Mantova e iniziato a esercitare la sua professione di avvocato si distingue subito per la vocazione ai casi “ostici”, quali la difesa di lavoratori variamente accusati secondo il C.P. dell’epoca, o in procedimenti a carico di alti prelati accusati di gravi abusi compiuti ai danni di minori e/o ricoverati nei vari luoghi di contenzione; o ancora, la difesa di P. Schicchi (durante la quale addirittura fu lui stesso accusato, processato per direttissima e infine condannato). Nella sua città natale, Crema, «condusse in prima persona la difesa dell’organo degli anarchici La Libera Parola, finito sotto processo a causa dei suoi contenuti, ritenuti di “orientamento contrario e lesivo dell’Ordine Istitutivo”». Collaborò, diresse e fondò numerosi fogli e pubblicazioni (La Favilla, La Protesta Umana, Il Pensiero, giornale redatto da P. Gori e L. Fabbri) ma si ricorda soprattutto il suo L’Università Popolare, l’opera più significativa, finalizzata a raccogliere «tutte le voci che procedevano il cammino della Scienza e della Verità». Siamo nel solco dell’indirizzo (e della “visione” propria di Molinari) pedagogico antiautoritario, altrimenti detto “educazionista”, sul modello della “Scuola Moderna” di Ferrer, col quale Molinari fu in diretto contatto, oltre che a costituirne, così come Faure in Francia, un attivissimo e “concretissimo” emulo. È del 1909 l’auspicio di Luigi Molinari di raccogliere in un solo volume i 61 numeri del Boletin de la Escuela Moderna-Ensenanza cientifica y racional. Tale “appello” trovò modo di realizzarsi settant’anni dopo, nel 1979, grazie al compagno ed editore (Edizioni Vulcano) «G.L. Brignoli che, recatosi in Spagna immediatamente dopo la morte del dittatore Franco, ebbe modo di reperire […] gli originali dei Boletin». L’apertura della scuola di Clivio, all’epoca in provincia di Varese, dà la misura del grado di concretezza di Molinari; la «quasi-apertura» di quella di Lambrate, progetto interrotto dal sopraggiungere della Grande Guerra, ne costituisce ulteriore esempio. Molinari, tra l’altro, è l’autore dell’Inno Della Rivolta (inizialmente intitolato La Rivolta) che riportiamo di seguito:

Inno Della Rivolta
(parole di Luigi Molinari; musica di anonimo)

1 Nel fosco fin del secolo morente
Su l’orizzonte cupo e desolato,
Già spunta l’alba minacciosamente
Del dì fatato.
2 Urlan l’odio, la rabbia ed il dolore
Da mille e mille facce ischeletrite
Ed urla col suo schianto redentore
La dinamite.
3 Siam pronti e dal selciato d’ogni via
Spettri macabri del momento estremo,
Sul labbro il nome santo d’Anarchia,
Insorgeremo!
4 Per le vittime tutte invendicate
Là, nel fragor dell’epico rimbombo,
Compenseremo sulle barricate
Piombo col piombo!
5 E noi cadremo in un fulgor di gloria
Schiudendo all’avvenir novella via,
Dal sangue spunterà la nuova istoria
Dell’Anarchia.

Per «i fatti della Lunigiana», Molinari (fisicamente assente, poiché a Mantova) fu processato e condannato per «propaganda orale, di pensiero» a «23 anni di reclusione», un vero “record” delle condanne per tale reato. Numerose le manifestazioni di protesta e di solidarietà, a Mantova, Milano e altrove. Quasi un “plebiscito” il coro di voci, anche molto autorevoli, che un po’ in tutto il Paese si levarono contro la condanna inflitta dal Tribunale di guerra di Massa e il modo in cui fu istruito il procedimento a suo carico. Diverse anche le interpellanze parlamentari. Molto estesa la raccolta di firme per l’ottenimento della grazia o l’alleggerimento delle condizioni di segregazione. Con tutto ciò, Molinari trascorre due anni in carcere, una parte dei quali di «segregazione cellulare», il regime più duro previsto. Liberato, come la più parte degli anarchici e dei lavoratori coinvolti nei fatti di Lunigiana, sarà sottoposto per altri due anni al regime di Sorveglianza Speciale. Giunge infine anche l’amnistia (per tutti), ma le cose, per Molinari, non cambiano. Infatti, dalle comunicazioni “riservate” degli organi preposti si apprende che «malgrado la sovrana amnistia, per il Molinari la Sorveglianza Speciale non venne mai meno; infatti, fino alla fine dei suoi giorni, venne sempre sottoposto ad una stretta vigilanza da parte delle forze dell’ordine».
La tomba (contenente le ceneri) di Molinari si trova al Cimitero Monumentale di Milano, Giardini Cinerari di Levante, n. 94 (nei pressi di quelle di A. Kuliscioff e F. Turati).
Su Molinari, oltre che i siti anarchici e la “voce” dedicata nella Treccani, si segnala, come il lavoro probabilmente più ampio e documentato, il recente: L. Zanardi, Luigi Molinari. La parola – L’azione – Il pensiero, Mantova, Sometti, 2003.
Luigi Molinari è l’unico compagno cremonese citato nei due luoghi sottoriportati contenuti nel lavoro qui di seguito indicato: Anarchici e anarchia nel mondo contemporaneo. Atti del Convegno promosso dalla Fondazione Luigi Einaudi (Torino, 5, 6 e 7 dicembre 1969), Torino, Fondazione Luigi Einaudi, 1971.
Nella “comunicazione” di Mariella Nejrotti, dal titolo “Le prime esperienze politiche di Luigi Galleani (1881-1891)”, p. 211: «Nonostante che il Congresso [del P.O.I., a Pavia, nel 1887; ndr] veda il tentativo da parte dei gruppi anarchici di qualificare il P.O.I. come partito socialista in senso anarchico rivoluzionario, non risulta che il Galleani abbia preso parte attiva nel sostenere la proposta avanzata in tal senso da Luigi Molinari con quelle prese di posizioni irruenti che caratterizzeranno la sua successiva dialettica politica».
Nella “discussione” (intervento di Gino Cerrito), p. 265, si ricorda, in tema di “attenzione e sensibilità” ad aspetti specifici (la “Psicanalisi”, nel caso in questione), che «In Italia la rivista “L’Università Popolare”, diretta da Luigi Molinari, si occupava della questione assicurandosi la collaborazione di esponenti della cultura psicologica del periodo, come Giorgio Sergi».
Va evidenziato il fatto che questo convegno (gli atti del quale hanno prodotto il ponderoso lavoro sopraccitato) resta, almeno per il nostro Paese, un insuperato esempio di “qualità”, in termini storiografico-politico-culturali. Ciò in virtù, soprattutto, dello spessore dei contenuti emersi, del livello teoretico che lo caratterizza, delle modalità di confronto testimoniate durante la discussione nonché, e non da ultimo, della “cifra” professionale e della “statura” morale di molti fra i suoi protagonisti. Trattasi di alcuni fra i più eminenti rappresentanti e interpreti del pensiero storiografico, filosofico, politico e militante del periodo. Rimarchevole la presenza di studiosi e compagni provenienti da vari Paesi.
D’eccezione, infine, la Presidenza delle “sessioni di lavoro”.
Il convegno-seminario (articolato in “relazioni”, “comunicazioni” e “discussioni”) ha visto la presenza di «studiosi e politici di diversa tendenza», oltre a «militanti impegnati direttamente nel movimento anarchico». Si trarrà vantaggio dal leggere per intero l’elenco dei partecipanti: Agosti Aldo, Andreasi Annamaria, Antonioli Maurizio, Arvon Henri, Assandri Luigi, Bloch Robert, Bloch-Ulmer Margrit, Bobbio Norberto, Bravo Gian Maria, Briguglio Letterio, Bullio Dranzon Pieraldo, Carella Antonio, Carmagnani Marcello, Cerrito Gino, Cesa Claudio, Del Bo Giuseppe, Di Battista Ivano, Enckell Marianne, Fiori Giuseppe, Firpo Luigi, Galante Garrone Alessandro, Garosci Adriana, Garosci Aldo, Gigandet Alain, Giordano Flavio, Gonzales Nazario, Grendi Edoardo, Guérin Daniel, Hirsch Pierre, Hobsbawm Eric J., Jauch Dino, Joll James, Iglesias Fiorentino, Lambert Renée, Larizza Mirella, Lehning Arthur, Leval Gaston, Levi Giovanni, Levi Aclati Luisa, Maitron Jean, Manniello Delia, Marchini Aldo, Marino Luigi, Marmo Marcella, Martì Casimiro, Marullo Dora, Marzocchi Umberto, Masini Pier Carlo, Mazzarella Giovanna, Metelli di Lallo Carmela, Molnàr Miklòs, Montseny Frédérica, Mysyrowicz Ladislas, Nada Narciso, Nada Patrone Anna Maria, Nejrotti Mariella, Nievwenhvijs Martha, Palacios Antonio, Papa Emilio, Passerin d’Entrèves Alessandro, Pichetto Bovetti Maria Teresa, Ponte Giovanna, Quaglino Cesare Corrado, Reberioux Madeleine, Riosa Alceo, Romero Maura Joaquìn, Rota Ghibaldi Silvia, Rotondò Antonio, Ruju Luciano, Rutta Giuseppe, Salomone William A., Santarelli Enzo, Sassi Francesco, Sciacca Enzo, Sechi Salvatore, Signorelli Angelo, Sykes Thomas, Valiani Leo, Varon Giovanni Eddy, Venturi Franco, Vernizzi Cristina, Vilanova Mercedes, Vuilleumier Marc, Woolf J. Stuart, Zilli Valdo.

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