La storia degli anarchici coreani e della rivoluzione anarchica in Manciuria, 1929-1931

categoryeastern asia | history of anarchism | opinion / analysisauthorSunday February 23, 2014 14:36author by Tokologo African Anarchist Collective – TAACauthor emailtokologo.aac at gmail dot comSegnalare questo messaggio alla redazione

Il movimento anarchico coreano voleva costruire una società anarchica indipendente ed autogovernata, un sistema cooperativo delle masse del popolo coreano. Volevano prendersi il progresso civile portato dalla classe capitalista per restituirlo alle classi popolari. In questo modo, la società capitalista e coloniale che esisteva allora in Corea (come in altri posti dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa) sarebbe stata sostituita con una nuova società. Questa nuova società si sarebbe fondata sui principi di libertà ed uguaglianza che garantiscono l’autogoverno indipendente delle classi produttrici: la classe operaia e contadina.

!cid_part6_06080909_04020107@fdcaLa storia degli anarchici coreani e la rivoluzione anarchica in Manciuria, 1929-1931

Chi era Kim Joa-Jin, il rivoluzionario anarchico coreano?

a cura di Eric Every (Tokologo African Anarchist Collective)

Kim Jao-jin nacque nel 1889 da una famiglia benestante. Come per molti altri della sua generazione, la sua vita venne segnata dalla colonizzazione giapponese della Corea, formalmente iniziata nel 1910. Tuttavia gli aspetti chiave del controllo giapponese datano al 1895. Nel 1919 ci fu una massiccia ondata di lotte contro il colonialismo giapponese: era il Movimento 1 Marzo. Non fu che una delle tante insurrezioni. 

Kim entrò a far parte dell’Esercito Indipendente Coreano (KIA). Nel 1920, partecipò ad una delle più famose sconfitte inflitte dal KIA ad una divisione dell’esercito giapponese nella battaglia di Ch’ing-Shan. Nello stesso tempo, venne portato all’anarchismo da suo padre, Kim Jong-Jin. L’anarchismo in binomio col sindacalismo era una grande forza all’interno delle lotte popolari di classe ed in quelle nazionali per la liberazione della Corea. Gli anarchici giapponesi lavoravano a stretto contatto con gli anarchici coreani: sapevano che la classe dominante giapponese era anche un loro nemico.

Nel 1925, Kim formò il gruppo anarchico,  “New People’s Society” (La nuova società del popolo, ndt). Lavorando da vicino con la Federazione Anarchica Coreana in Manciuria e con la Federazione Comunista Anarchica Coreana, nel 1929 contribuì (col supporto del KIA) all’inizio della grande rivoluzione anarchica nella zona dello Shinmin in Manciuria, al confine con la Corea, dove viveva una consistente popolazione coreana e dove il potere imperiale giapponese non era così forte come nel resto della penisola. Il territorio venne gestito dalla Associazione del Popolo Coreano in Manciuria, nota anche come “Lega Generale dei Coreani”.

Dal 1929 al1931 possiamo dire che in quest’area ci fu una rivoluzione anarchica, gestita da contadini e da militari.

Kim venne assassinato da un membro del Partito Comunista Coreano mentre stava lavorando in una cooperativa. I comunisti odiavano gli anarchici. Volevano formare una dittatura mono-partitica, come quella russa.

La storia della rivoluzione anarchica coreana: decolonizzazione tramite l’anarchismo

a cura di Lucky Sumione (Tokologo African Anarchist Collective)

Il movimento anarchico coreano voleva costruire una società anarchica indipendente ed autogovernata, un sistema cooperativo delle masse del popolo coreano. Volevano che il progresso civile portato dalla classe capitalista fosse restituito alle classi popolari. In questo modo, la società capitalista e coloniale che esisteva allora in Corea (come in altri posti dell’Africa, dell’Asia e dell’Europa) sarebbe stata sostituita con una nuova società. Questa nuova società si sarebbe fondata sui principi di libertà ed uguaglianza che garantiscono l’autogoverno indipendente delle classi produttrici: la classe operaia e contadina.

Il movimento coreano aveva importanti punti di forza. Poteva contare sul sostegno di un ampio settore dell’Esercito Indipendente Coreano (KIA) grazie all’anarchico Kim Jao-Jin. Questi era un comandante militare anarchico che è stato a volte paragonato al Nestor Makhno della rivoluzione anarchica in Ucraina (1918-1921).

Gli anarchici come Kim lavoravano a stretto contatto con la Federazione Anarchica Coreana in Manciuria e con la Federazione Comunista Anarchica Coreanan (KAF-M) per costituire un’ampia zona rivoluzionaria anarchica nello Shinmin, in Manciuria, al confine con la Corea.

Come funzionava il sistema decisionale delle strutture anarchiche coreane?

Nello Shinmin, il sistema amministrativo era organizzato dalla Associazione del Popolo Coreano in Manciuria, nota anche come Lega Generale dei Coreani. Il suo scopo era quello di costituire un sistema cooperativo indipendente ed autogovernato del popolo coreano, che aveva condensato il “pieno potere” per combattere per il popolo contro l’imperialismo giapponese. 

C’erano tre strutture chiave. La prima era la sezione del KIA legata a Kim. Poi c’erano organizzazioni anarchiche di specifico, la Federazione Anarchica in Manciuria e la Federazione Comunista Anarchica Coreana (KAF-M). Infine, c’erano le strutture di massa create nello Shinmin. Queste vennero lanciate dalla componente di Kim dentro il KIA insieme alla KAF-M, che costituivano la Associazione del Popolo Coreano.

La struttura era federale, si andava dalle riunioni di villaggio alle conferenze di distretto e di area. La Associazione del Popolo Coreano gestiva anche dipartimenti esecutivi per l’agricoltura, l’istruzione, la propaganda, le finanze, le questioni militari, la sanità, i giovani ed i servizi generali. Coloro che lavoravano a tempo pieno in questi dipartimenti ricevevano un salario non superiore alla media.

Quali erano gli obiettivi degli anarchici coreani?
Anarchismo, Sindacalismo e decolonizzazione

a cura di Leila Veerapan-Lewis (Tokologo African Anarchist Collective)

Le posizioni degli anarchici coreani, come espresse dal gruppo Talwhan (“Conquista”), prevedevano una società anarchica libera sia dall’imperialismo (giapponese) che dal capitalismo e dal latifondismo locale (coreano). Volevano una Corea indipendente senza sostituire una elite straniera con una locale.

La loro carta di intenti prevedeva:

1. No all’esistenza dell’oppressione e dello Stato; 2. Opposizione al potere delle elites ed al governo di minoranze privilegiate sulla maggioranza del popolo; 3. No alla proprietà privata: sostituita da un sistema di proprietà comune sotto il controllo di un sistema non-statale, 4. Invece di un progresso civile gestito da una elite, integrazione reciproca tra società e progresso civile; 5. Ogni individuo riceverà in base ai suoi bisogni e produrrà in base alle sue capacità; 6. Libero comunismo tramite organizzazioni autonome (indipendenti) dei produttori (classe operaia e contadina); 7. Nessuno Stato e nessuna elite politica, bensì autogoverno indipendente; 8. Liberare la Corea dal controllo capitalistico giapponese; 9. nessun accordo con la classe capitalista coreana, nessuna consegna di una Corea indipendente alle elite coreane; 10. provocare una rivolta spontanea delle masse quale motore della decolonizzazione e dell’anticapitalismo. 

CONCLUSIONI: cosa possiamo imparare?

a cura del Tokologo African Anarchist Collective

La rivoluzione anarchica coreana fu una eroica lotta popolare dei lavoratori e dei poveri. Combattè per la decolonizzazione tramite l’anarchismo. Il potere e la ricchezza non dovevano essere semplicemente trasferiti da una classe dominante straniera (in questo caso quella giapponese) ad una classe dominante locale (quella coreana). Il potere e la ricchezza dovevano essere trasferiti alle classi popolari, secondo la prassi anarchica. Gli anarchici potevano a volte collaborare con i nazionalisti, ma in generale spinsero verso una linea di classe ed indipendente, l’anarchismo appunto, quale alternativa. 

Che ne fu della loro lotta? In parte vennero indeboliti dal difficile contesto internazionale: una situazione di guerra nella regione, in cui vi erano coinvolti forze imponenti: l’impero giapponese, la dittatura marxista russa che sosteneva i comunisti, infine i nazionalisti cinesi e quelli coreani.

C’erano anche divergenze tra gli anarchici che portarono alcuni di loro ad una grave opera di revisione teorica: il gruppo facente capo ad Ha Ki Rak si sarebbe in seguito costituito come partito anarchico per competere nelle elezioni coreane! Questa componente degli anarchici fece proprio in gran parte l’approccio nazionalista, limitando così le possibilità di sfidare i nazionalisti sul piano della forza e delle idee – compiti essenziali per diffondere la rivoluzione in aree sotto il controllo nazionalista. La rivoluzione non riuscì a propagarsi in Cina e nella penisola coreana e nemmeno in Russia.

Infine, il Giappone entrò in guerra con la Russia, all’interno della Seconda Guerra Mondiale; a cui seguì la Guerra Fredda tra Russia ed America. La classe dominante americana conquistò il Giappone e poi mise la Corea sotto il suo controllo. Ne scoppiò una guerra ed il paese venne diviso in un nord sostenuto dalla Russia ed un sud sostenuto dagli Americani, entrambi sotto due dittature. 

Link esterno: http://zabalaza.net/2014/01/22/the-story-of-the-korean-…1931/
                                                                                                                                      (traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)

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