E’ la tarda mattinata del 20 Marzo quando Ousseynou Sy, autista di pullman in servizio presso la società di trasporti Autoguidovie, prende in ostaggio due classi delle scuole medie di Crema, e cerca di dirigersi verso l’aeroporto di Linate, non prima di avere versato della benzina all’interno del pullman e aver fatto legare i bambini ai sedili dopo averli minacciati con delle armi.
Le voci sulle dinamiche e sui precedenti di Sy si rincorrono confuse, ma rimane ferma la motivazione che lo ha spinto ad un gesto tanto estremo: voleva agire per vendicare i migranti morti nel Mediterraneo. Ai morti in mare voleva aggiungere altre morti innocenti.
Un gesto che non si giustifica in alcun modo viene così ammantato di un significato fino ad oggi inedito per lo scenario italiano. Un’azione che ha scatenato dei rigurgiti razzisti ingiustificati tanto quanto il dirottamento stesso.
Abbiamo vissuto in prima persona e in diretta l’attimo esatto in cui sono state rese note le generalità dell’autista ed appena saputo che si trattava di una persona di colore si sono aperte le cataratte del cielo. Da un gesto folle di una persona che ha perso il senno è divenuta una testimonianza di come gli stranieri siano un pericolo per l’occidente e la rivendicazione stessa inerente le stragi del Mediterraneo ha rafforzato nell’immaginario di persone già vocate a pensieri razzisti la loro convinzione di avere avuto ragione, di essere nel giusto quando si auguravano più barconi affondati.
E poco importa che anche i due ragazzi che sono riusciti a liberarsi e a lanciare l’allarme abbiano origini africane, come tanti che oggi frequentano le nostre scuole.
Gli esponenti del governo e i maggiorenti locali della Lega Nord hanno ovviamente soffiato sul fuoco, arrivando a scatenare all’interno del loro seguito una vera e propria tentazione di “caccia al nero”, ben sapendo che anche questo episodio terribile è figlio di un odio da loro generato e cavalcato per meri fini di potere.
Gli uomini forti del governo, Salvini e Di Maio hanno promesso la revoca della cittadinanza italiana a Sy ed il conferimento della stessa a Ramy, il ragazzo che per primo ha dato l’allarme. La cittadinanza non è e non deve essere un premio o una benemerenza per nessuno. Ramy merita di essere cittadino italiano perchè nei fatti lo è: qui è nato, qui è inserito nel tessuto sociale, esattamente come tutti i suoi compagni e tutti i ragazzi nella stessa situazione. Situazione causata dal decreto sicurezza che lo stesso Salvini ha emanato mesi fa.
Ovviamente il gesto isolato di Sy non ci smuove di un millimetro dalle nostre posizioni.
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Riaffermiamo il diritto di qualsiasi essere umano ad essere accolto ed integrato ovunque desideri rifarsi una vita e qualunque sia il motivo che lo spinge a lasciare il proprio luogo d’origine.
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Denunciamo la barbarie dei lager libici e la mattanza nel Mediterraneo e chiediamo una revisione delle politiche europee sui visti di ingresso, che depotenzierebbero anche il controllo delle mafie sull’immigrazione.
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Appoggiamo i movimenti di opposizione a un potere reazionario e conservatore che anima i paesi arabi ed africani, dalle proteste contro Bouteflika in Algeria a quelle contro Assad in Siria, passando dal Sudan di Bashir.
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Aborriamo le politiche neocoloniali in Africa, che depredano risorse e ricchezze per accentrarle in pochissime mani.
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Combattiamo nei luoghi dove siamo presenti contro il razzismo e le sue derive fascistoidi e rigettiamo al mittente l’idea che l’immigrazione sia la causa prima di tutti i nostri mali.
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Respingiamo l’idea eugenetica che il dirottamento del bus sia avvenuto perchè l’autista è una persona di colore.
Alternativa Libertaria/FdCA – Federazione Cremonese