Omobono Chiappani

* San Martino del Lago, 13/11/1883
† ?

Figlio di Giovanni e Maria Lazzari (o Lazzeri), residente a New Orleans, Stati Uniti d’America, contadino, pittore. Iscritto alla Rubrica di frontiera. «Anarchico militante», così nella riservata del Ministero dell’Interno del 08/09/1909, dalla quale si apprende che «Dimora attualmente a Parigi, proveniente dalla Svizzera» (nella stessa lo si fa nascere a S. Martino e, scritto a mano, «in Beliseto», altra località); «vivrebbe […] con una pensione […] per un infortunio sul lavoro» (la confusione tra Comuni è presto chiarita dallo stesso Ministero nel novembre successivo).
Dell’anno seguente, in varie note, se ne ipotizza il rientro in Italia e il trasferimento, con la famiglia, nel Comune di Acquanegra sul Chiese (MN); ma non vi sono riscontri certi di ciò. L’espatrio, tra l’altro, come si apprende da una nota a mano dell’anno 1911, è certamente successivo al 1901, periodo in cui si era stabilito a Pieve d’Olmi.
Il controllo, comunque, pur nell’aleatorietà sul e del periodo di rientro in Patria, dà alla fine qualche risultato e il 05/01/1911, dal Ministero dell’Interno, si conferma ufficialmente che «il sovversivo […] ha fatto nuovamente ritorno a Parigi».
Dalla R. Ambasciata di Parigi, il 25/08/1911, la cosa è confermata con l’aggiunta: «da Torino, dove afferma essersi recato per visitare l’esposizione». La stessa Ambasciata, nel marzo del ’12, avvisa di una partenza del Chiappani alla volta di Nizza «in cerca di lavoro», ma il mese dopo, aprile, medesimo il percorso informativo, se ne ipotizza il «ritorno in Italia, anziché essersi fermato a Nizza».
Dalla Sottoprefettura di Casalmaggiore, diretto a Cremona, un telegramma del 23/09/1912 ne richiede «rintraccio Vigilanza», dato ormai per sicuro il suo rientro in Italia.
L’indirizzo parigino di Chiappani è Boulevard de Picdus n. 80; l’informazione viene dal Ministero dell’Interno, sempre grazie all’Ambasciata, ed è dell’ottobre 1912; vi si legge: «lavora regolarmente non facendosi rimarcare in modo speciale».
Due anni dopo, da Roma (06/09/1914), grazie all’identico percorso informativo, si apprende che da Parigi si sarebbe «diretto a Milano»; si invitano i vari Prefetti (Cremona e, soprattutto, Milano) ad attivarsi. In nota del 14/03/1915 si ricostruiscono i più recenti itinerari del Chiappani: «dopo essersi trattenuto a Milano, ed a Genova, ha fatto ritorno a Parigi, proveniente da Marsiglia […] alloggio in un albergo del Boulevard Diderot, e lavora presso certo Giussani all’Avenue d’Italia n. 138». La riservata del Ministero dell’Interno (che nel frangente s’avvale del R. Console Generale a Lione) del 08/09/1915 aggiorna così: «attualmente risiede a Ginevra»; partecipa, l’«anarchico-muratore», alle «riunioni del gruppo del Risveglio (sic)»; «assume talvolta il nome di Timone […] [oppure di – ndr] Angelozzi Amedeo. È renitente alla leva»; il Chiappani, si legge, nel mentre chiede il permesso di soggiorno, afferma «di provenire da Parigi, di essere stato a Nancy, a Motz, a Belfort»; «frequenta quei ritrovi libertari [sempre usando i due pseudonimi sopracitati – ndr]».
Nasce un po’ di confusione – a causa di un’omonimia – che si protrae per qualche tempo (si veda in proposito la comunicazione del Prefetto di Cremona diretta ai Carabinieri perché si dispongano «i necessari accertamenti», datata 30/06/1916, al fine di appurare, per esempio, se «L’anarchico Chiappani […] [sia da considerarsi – ndr] renitente o disertore».
Nel luglio seguente l’incertezza (sull’identità e sullo status) continua (forse discendente, anche, dall’iscrizione nelle liste di leva del Comune di Pieve d’Olmi e non in quelle di San Martino del Lago, «suo paese nativo» come si legge anche nell’oggetto, i cui dati generali coincidono perfettamente ai noti, eccezion fatta per il cognome materno, diventato Luzzari).
Le cose, comunque, paiono chiarirsi entro l’anno, tutte, salvo la qualifica, «renitente» o «disertore», da attribuirgli; le ricerche, pertanto, continuano e dal Ministero dell’Interno, il 26/08/1916, si segnala che è «riuscito a riparare in Ispagna, ha scritto da S. Sebastiano (sic) ad un amico residente in quella capitale [Parigi – ndr] informandolo del suo divisamento di recarsi quanto prima in America».
È dato a Bilbao, proveniente da Irun, in una nota del 29/03/1917. Nel ’19, il Console Generale di Ginevra comunica al Ministero dell’Interno che «L’anarchico Chiappani risulta tuttora domiciliato in questa città alla Rue du Vieux-Billard, 24. Il Chiappani è un pericoloso anarchico individualista che assume vari nomi, tra i quali quello di “Timone”» (segue un’annotazione sul caso su accennato di omonimia e in questa la madre diventa Marta Lazzaro).
Nella “riservata urgente” del 10/06/1923 (ove il nostro diviene «contadino-anarchico»), il Prefetto di Cremona chiede informazioni al Sottoprefetto di Casalmaggiore, che però non si trova nelle condizioni di fornirgliele (e sarà così, sempre da Casalmaggiore, anche tre anni dopo, nel ’26).
Le ricerche, frattanto, così come le note, i telegrammi ecc., si susseguono, per anni, senza esiti positivi, né per il rintraccio né per la “chiarezza” in generale (in una comunicazione del 24/04/1929 della R. Questura di Como, ad esempio, in oggetto si ha «Bucaresti Omobono di Giovanni e Lanzoni Maria nato a S. Mao del Lago-Anarchico» e, stessa provenienza, il 26 seguente, si parla di «anarchico schedato Bucarestani […] di Lazari Maria»).
Del 23/03/1930 una comunicazione dalla Tenenza dei CC.RR. di Casalmaggiore diretta alla Questura di Cremona ne cita un fratello «residente a Cremona [il quale – ndr] asserisce che egli [il Chiappani – ndr] è emigrato per la Francia circa 27 anni orsono».
Allegata alla consueta (per l’introduzione delle note norme) disposizione della perquisizione domiciliare da estendersi a congiunti, amici ecc. (siamo nel febbraio ’31), si trova un’annotazione a mano nella quale si parla certo dell’anarchico in questione, ma si conclude anche con tale precisa indicazione: «La nota originale trovasi incartata nel fascicolo: “Movimento Anarchico” Div. 1ª Categ. A. 4. del 1931». L’iscrizione alla “rubrica di frontiera” avviene nel 1933. Il Ministero dell’Interno, il 19/03/1933, su informazione del R. Consolato Generale d’Italia a New York, fa sapere che «certo Chioppani Amedeo […] segnalato come un pericoloso anarchico nel dicembre scorso si allontanò da New York ed attualmente si troverebbe in New Orleans».
Avendo ormai maturato, comprensibilmente, l’idea di una certa valentia, da parte del Chiappani, nell’alimentare ad arte equivoci e confusioni varie, il Ministero dell’Interno, nel giugno seguente (considerato poi che, nel frattempo, giungono “nuove” che parlano di una richiesta di passaporto «per recarsi in Costa Rica»), sollecita l’approfondimento delle autorità di colà per stabilirne l’eventuale identificazione col Chiappani da tanto tempo ricercato.
Anche la R. Prefettura di Mantova, il 16/08/1933, partecipa all’azione di chiarimento e ricostruzione globale della persona e della sua vicenda e, in una nota, comunica fra l’altro che «soggiornò con la famiglia in detto comune [Acquanegra sul Chiese – ndr], verso il 1887, per tre o quattro anni, trasferendosi poscia a S. Lorenzo dei Picenardi (Cremona)».
Nessuna novità per otto lunghi anni finché, il 15/12/1941, si giunge a richiedere di «accertarsi al locale Ufficio Anagrafe [di Cremona – ndr] se risiede […] Chiappani Pasquale di Giovanni già abitante nel 1931 in Quartiere S. Felice n. 57, fratello dell’anarchico». Di tale fratello Pasquale, appunto, si viene in seguito a sapere che, nato a Ca’ d’Andrea, si è trasferito, il 13/11/1933, proveniente da Malagnino, a Martignana Po e da qui di nuovo a Malagnino (nello stesso anno) e ancora, nel ’34, a Motta Baluffi. Interrogato sul fratello, ancora nell’inverno ’42, il Chiappani Pasquale dichiara di non averne notizia fin «dal 1915 epoca in cui trovavasi in Francia». Le conclusive comunicazioni sul compagno, che chiudono l’intero fascicolo, danno per sicuro che si trovi «nelle Americhe». [vc, db]

Fonti:
ASCr, Quest.-Sovv., ad nomen.

Presente in:
ACS, CPC.