* Cremona, 14/11/1896
† ?
Residente a Cremona, ottico, facchino, venditore ambulante. Figlio di Francesco e Marini (o Manini) Rosolinda (?). Ammonito.
Nella nota ricevuta dal Questura di Cremona in data 13/04/1926 si legge: «è un pericoloso pregiudicato per delitti contro le persone e la proprietà riportò ben 2 condanne anche per la diserzione in tempo di guerra. Egli è antimilitarista, professa idee anarchico [sic]». Definito «molto intelligente» e «depresso, cupo», nonché «costretto a rubare per bisogno [parole attribuitegli, ndr]». Inoltre «si è trasferito a Chiavari il 27 u.s. e non risulta che abbia più fatto ritorno in questa città». Dalla 2° Prefettura di Chiavari si comunica (14/04/1926) che ivi lavora «come operaio in uno scatolificio» e che «Viene attualmente vigilato», diramandone ordine di ricerca e arresto, «tenendo conto che trattasi di anarchico», essendosi Barbieri allontanato dalla casa dello zio (suo ospite) dopo avervi asportato «rivoltella […] bicicletta e oggetti diversi». È dell’11 giugno successivo il telegramma che ne annuncia l’arresto avvenuto a Torino; ma a conclusione c’è una breve comunicazione dattiloscritta: «cessino ricerche anarchico pregiudicato Barbieri Luigi fu Giuseppe oggetto mia circolare 11 maggio scorso pari numero perché arrestato a Chiavari (01/06/1926)».
Risulta abitante in via Morbasco, 8, a Cremona (in data 13/10/1928). Una nota manoscritta del 19/2/1929 diretta al Questore di Cremona mette fine alla ricerca annunciando che il Barbieri è ricoverato in manicomio. Il 28/05/1930 se ne riavviano le ricerche, dato che il Barbieri «anarchico» si è allontanato per direzione ignota contravvenendo agli obblighi della vigilanza speciale di P.S. Il 30/06/1930 viene condannato a 3 anni di reclusione «per contravvenzione all’ammonizione».
Nel frattempo i famigliari vengono “attivati”, subendo anche perquisizioni domiciliari, ma a tutta la prima metà del ’31 (si ha notizia di un suo pernottamento all’Hotel Falcone di Milano e della successiva partenza alla volta di Vicenza in data 24/09/1930) non se ne ottiene il rintraccio.
In nota diretta alla Questura di Cremona, datata 08/09/1931, si legge che «l’anarchico (ammonito) in data odierna è […] andato alloggiare in via Gioconda n. 4».
Allo stesso destinatario, in data 19/06/1932, si comunica che Barbieri «lavora da facchino presso la fiaschetteria Giorgi di Corso Campi e non dà luogo a [illeggibile]. Viene vigilato».
È di quest’ultima fase – seconda metà del ’32 – un periodo di detenzione presso il carcere di Casalmaggiore. Dalla Regia Questura di Cremona, il 17/10/1932, si comunica che Barbieri «ha ultimato l’ammonizione il 14/12/1931» ed è del 14/11/1932 il parere favorevole alla concessione al medesimo della «licenza di venditore ambulante di pollivendolo [sic]».
Nonostante sia costantemente sorvegliato e oggetto di continue richieste di nuove informazioni, ancora una volta, come si legge in nota al Questore del 19/04/1933, «l’anarchico Barbieri […] da qualche giorno si è allontanato da Cremona per ignota direzione […] pare che se la faccia sul Piacentino ed in special modo Castell’Arquato dove fa il venditore ambulante di oggetti di bigiotteria». Risulta sempre irreperibile mentre fioccano svariate “segnalazioni” della sua presenza da vari territori della provincia e dal piacentino. Nella primavera è segnalato, per essersi reso irreperibile ai controlli, «l’anarchico Luigi Barbieri, ora attivamente ricercato». La madre vive in via Larga in città. Il Barbieri è definito uno «squilibrato di mente» e avrebbe scritto al duce di volersi suicidare. Di fine ’33 sono anche due sue missive dirette alla madre, spedite da Bettola e Fiorenzuola D’Arda. Ed è al Questore di Cremona che, in data 22/01/1934, si comunica che Barbieri si trova nelle carceri di Bettola (PC). [vc, db]
Fonti:
ASCr, Quest.-Sovv., ad nomen.
G. Azzoni, a cura di, Fascismo a Cremona e nella sua provincia 1922-1945, Cremona, ANPI Cremona, 2013, p. 243.