Giuseppe Colombi

* Rivolta d’Adda, 02/04/1897
† ?

Figlio di Ismaele e Rosa Aiani, «idraulico, celibe, domiciliato a Milano, via Daniele Crespi, 9», così nella riservata della Prefettura di Cremona, aggiornata al 1913 e con appendice di aggiornamento all’agosto 1929. Vi apprendiamo che «Riscuote in pubblico cattiva fama […] carattere eccitabile […] pochissima cultura […] 2.a classe elementare. È fiacco lavoratore […] venditore ambulante […] Frequenta […] pregiudicati e sovversivi e interviene con assiduità alle manifestazioni settarie […] [si dedica pure al – ndr] vagabondaggio. È inscritto al partito anarchico […] [non ha però rapporti in Italia e all’estero con gli esponenti dello stesso, né riceve, diffonde, è abbonato o collabora a testate anarchiche – ndr]. Il 24 corrente [novembre 1913 – ndr] in via Torino si mise a parlare […] contro la guerra libica ed il Capo dello Stato ed inneggiando all’anarchia […] tratto in arresto […]. Si è votato alle teorie anarchiche […] e le professa con ostentazione […] condanne per contravvenzione al foglio di via [due volte – ndr]».
A Milano il Colombi giunge in tenera età (due anni) con la famiglia e nel febbraio del 1913 la Questura di Milano ci rende noto che frequenta «noti anarchici e le riunioni promosse dai sovversivi». La Regia Prefettura della Provincia di Cremona, al Sotto Prefetto di Crema, il 20/08/1915, rende noto che «Si è testé arruolato volontario nel 68° Regg.to Fanteria già di stanza ed inviato al fronte. Ulteriormente all’Aprile 1914 non ha dato luogo a speciali rimarchi» (dal 68º viene trasferito al 32º, leggiamo in una successiva riservata di ottobre).
Trascorrono otto anni e dalla Sotto Prefettura di Crema, il 27/02/1923, se ne richiedono informazioni che, dalla R. Questura di Milano, giungono in data 10/04/1923 e dalle quali si apprende che «nei primi del 1922 si trasferì a Parma, dove si fece notare come uno dei membri più attivi di quel Circolo giovanile “Filippo Corridoni”. In seguito quale membro di quel Comitato dell’alleanza del Lavoro formulò assieme a Vittorio Picelli un ordine del giorno per lo sciopero generale di protesta e nei disordini verificatisi in Parma nell’agosto 1922 prese attiva parte nell’organizzazione la resistenza contro l’invasione fascista [si aggiunge che il ritorno a Milano è di fine ’22 e che vi abita con la famiglia in via Verziere nº 11 – ndr]».
Rapida ricostruzione da parte della R. Prefettura di Cremona (sulla scorta, beninteso, delle informazioni provenienti da Milano) datata 15 aprile 1923; eccone di seguito alcuni elementi: «29 Novembre 919 – si trova tuttora sotto le armi – I genitori hanno trasferito la dimora da Via Daniele Trespi (sic) nº 9 in via Rosolino Pilo nº 3»; «7 Gennaio 1920 – Congedato […] si è stabilito a Darfo (Breno)»; «17/08/1920 […] tre volte ferito in guerra, attende la liquidazione di pensione, siccome invalido»; segue la sezione parmense sopra ricordata (un’unica nota: si dice, relativamente al periodo, che «milita nel partito sindacalista»). Si aggiunge che dal ’23, all’altezza del nuovo rientro a Milano, «non ha dato luogo a rimarchi – Viene continuamente vigilato» e infine, l’annotazione del 27 giugno 1925 rileva: «mostra di professare idee filofasciste ma la sua condotta non è ritenuta sincera. Si occupò come magazziniere presso la Cooperativa Elettricisti locale e licenziatosi spontaneamente è passato alle dipendenze della Società Anonima Impresa Nazionale Noleggi Films in Galleria De Cristoforis n. 58».
Il fascicolo, prima di tornare all’attualità (1925) ripropone tutti i singoli passaggi (note, riservate, rapporti confidenziali, comunicazioni di varia veste, foggia e natura…) costituiti dai documenti ufficiali di plurima provenienza che hanno permesso la ricostruzione appena ricordata.
Si passa dunque alla fase di richiesta di informazioni più che altro finalizzate, al solito, a una corretta gestione dello schedario dei sovversivi; e questo, dal 1925. Si legge «idraulico» (oltreché «anarchico», naturalmente) nella nota della R. Questura di Cremona diretta al Questore di Milano il 01/03/1927, nella quale se ne richiedono «ragguagli»; nella risposta (19/03/1927) si legge che «è occupato presso il Credito Italiano. Continua a serbare regolare condotta ed a mostrarsi favorevole all’attuale Governo [«e il Fascismo» era scritto nell’originale del 11 precedente – ndr]». «Fattorino», scopriamo essere il suo ruolo nella banca citata, così come si apprende della sua iscrizione al P.N.F. e inoltre che «fa parte del gruppo Corridoni»; il tutto, dalla Questura milanese, in data 20/08/1928.
Il 3 dicembre dello stesso anno, e sempre dalla Questura di Milano, se ne propone la radiazione dallo schedario dei sovversivi, essendo che il Colombi «Da parecchi anni ha abbandonato le idee anarchiche». E il 31/12/1928 si comunica che il 20 precedente il Ministero dell’Interno «ha autorizzata la radiazione». [vc, db]

Fonti:
ASCr, Quest.-Sovv., ad nomen.

Presente in:
ACS, CPC.