* Pizzighettone, 06/09/1880
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Nato a Pizzighettone il 06/09/1880, Figlio di Carlo e Chiappini Maria, residente in Svizzera, sarto. Il Ministero dell’Interno, Roma 14/08/1905, comunica che il compagno «dimora presentemente a Zurigo [“e la sua persona” – ndr] è politicamente sospetta». Anche due anni dopo, il 23/12/1907, lo stesso Ministero rinnova la richiesta di informazioni, specificando questa volta che «dimora presentemente a Ginevra». L’anno successivo, ancora sempre il Ministero dell’Interno sollecita la risposta sul «controscritto individuo, il quale, per quanto mi viene ora riferito frequenterebbe, a Ginevra, ove dimora, le riunioni anarchiche».
Dai Carabinieri della Stazione di Pizzighettone, il 19/01/1908, oltre a ricordare che «da circa sei o sette anni» vive in Svizzera, si aggiunge che per tutto il periodo precedente, trascorso in Pizzighettone, non ha ha dato «pubblicamente motivi a rimarchi sul di lui conto tuttavia da alcune vaghe voci […] lasciato trapelare in via privata di essere ascritto al partito anarchico».
Ancora il Ministero dell’Interno, il 06/06/1908, rende noto che il “Ministero Pubblica Federazione Elvetico” fa presente che il Donelli «si è fatto rimarcare a Ginevra come frequentatore di anarchici e di riunioni sovversive». Siamo al 08/01/1909 quando il Ministero si compiace di “ricostruire” il soggetto anche basandosi sulla comunicazione del R.o Console Generale a Lione. Vale la pena riportarne fedelmente il testo: «Fra le persone che presero parte alla festa a favore degli scioperanti di Parma vi era tal Donelli Francesco […] tagliatore, ammogliato nel 1907 a Ginevra con Poggiolini Francesca. La sua condotta morale in Ginevra non aveva dato fino ad ora luogo a lagnanze, se si eccettua il fatto, sfavorevolmente commentato della frequenza di qualche individuo nella sua camera. Prima di recarsi a Ginevra il Donelli fu a Zurigo dove lasciò cattiva fama di sé, perché dedito a far debiti, perché lo si vedeva passare intiere notti fuori della sua abitazione e perché fu visto ricevere prostitute nella sua camera. Egli riceveva giornali e opuscoli anarchici, e la polizia di Zurigo lo riteneva come tale».
Le comunicazioni si susseguono senza particolari novità per un paio d’anni e il 18/12/1911, da Roma, una riservata comunica come, dalla suddetta fonte di Lione, si riferisca che «al Meeting del 23 nov. della “Maison du Peuple” di Ginevra, organizzato contro la guerra italo-turca, v’intervennero 250 persone Presiedeva Antognoli Carlo. Parlarono De Vincenzi Giovanni e, successivamente un turco, non ancora identificato, e l’anarchico Vintosch di Losanna [segue l’accenno a una dimostrazione inscenata davanti al Consolato da parte di circa 70 persone – ndr]. Degli anarchici intervenuti alla riunione fu notata la presenza di Donelli».
Il 06/06/1916, dal Ministero dell’Interno, si notifica che «sarebbe in questi giorni rientrato in Italia per rispondere alla chiamata sotto le armi»; e la cosa si conferma di lì a tre giorni (il 9) nella nota in cui leggiamo «sarto». Il 15 seguente, dai Carabinieri, Divisione di Cremona, si apprende che «essendo stato riformato è in attesa del rilascio del passaporto per ritornare in Svizzera dove risiede la sua famiglia». E così accade; a passaporto ottenuto, dato che «nulla osta a che sia rilasciato», come si legge in nota del Ministero dell’Interno in data 21/06/1916, Donelli fa ritorno a Ginevra.
Tre anni dopo (09/02/1926), i Carabinieri Reali di Cremona, precisando che abita, a Ginevra, in Via Pelisseria (sic) n. 14 («risulta dall’indirizzo inviato al proprio fratello residente a Pizzighettone»), evidenziano anche il suo «esternare le sue avanzate idee sovversive» nonché il fatto di risultare «poco amante del lavoro». «Via Pellizzeria» e «Poggiolini Maria Veronica» sono le variazioni (indirizzo e nome del coniuge) che apprendiamo da una nota dei Carabinieri del 21/03/1927, in conclusione della quale c’è un’accurata descrizione dei connotati del compagno.
Le notizie su di lui, pur nella notevole frequenza di note e comunicazioni varie, scarseggiano, e solo il 18/01/1928 dal “Consolato Generale di S. M. Il Re D’Italia in Losanna” apprendiamo che «risulta […] non frequentare più il gruppo del giornale “Le Réveil”. Egli mantiene però continui contatti con individui ben conosciuti» (si noti che alla Rubrica di frontiera fu iscritto il 04/12/1927).
I Carabinieri di Cremona, il 16/01/1931, scrivono che «egli trovasi dal 1900 ad Acquaviva (Svizzera) dove sposò, il 21 Settembre 1907, certa Pozziolini [sic] Maria Veronica». Il mese di marzo successivo si effettuano perquisizioni domiciliari «presso parenti ed amici» (secondo disposizioni) che «hanno avuto esito negativo». L’attenzionamento prosegue e nella comunicazione dei Carabinieri del 24/01/1934 leggiamo che dimora «a Ginevra Grande Rue 14 […] Non consta […] sia in corrispondenza con sovversivi residenti in Patria». Nel marzo dello stesso anno, il Ministero dell’Interno, su informazione del Consolato, dichiara che «non risulta occuparsi più di politica».
Ed è lo stesso Consolato ginevrino che rende noto (lo si apprende da una nota del Ministero dell’Interno del 10/09/1936): «si è trasferito al n° 1 della stessa via presso Marcelin Molliet calzolaio […] vive molto modestamente […]. Le poche persone che frequenta sono per lo più di tendenza antifascista».
La necessità del rinnovo passaporto ripropone, all’inizio del ’42, il tema della condotta morale, sia, naturalmente, allo scopo di ottenere il rinnovo del suddetto documento, sia, più in generale, ai fini di un’eventuale provvedimento di radiazione.
Il rimanente della documentazione si riferisce già al dopo-Liberazione e si protrae fino al settembre 1947; è solo, infatti, in una nota del Ministero dell’Interno del 17/09/1947 che si trova: «è stato radiato da questo Casellario Politico Centrale». [vc, db]
Fonti:
ASCr, Quest.-Sovv., ad nomen.
Presente in:
ACS, CPC.