Eugenio Cerri

* Cremona, 20/08/1863
† ?

Figlio di Giuseppe e Celestina Casaroli, verniciatore, celibe, leggiamo nella scheda dell’“Ufficio del Registro di Popolazione di Cremona e Corpi Santi”, datata 17/07/1894.
Dieci anni dopo, precisamente il 14/07/1904, dalla Sotto-Prefettura del Circondario di Varese, una riservata indirizzata al Prefetto di Cremona, ci fa apprendere, oltreché del trasferimento in questa città, proveniente da Milano – in oggetto: cameriere – il fatto che Cerri «avrebbe fatta pubblica professione di fede anarchica». Il 30 seguente, stessa la provenienza, si scrive che «si è allontanato da Varese per ignota Direzione».
Salto temporale di 15 anni e, dalla Questura milanese, si segnala che il compagno «dimora tuttora in Milano, e serba regolare condotta politica e morale».
Se ne riperdono le tracce, come si conferma in una nota, questa volta proveniente dalla Questura di Genova e diretta a quella di Cremona, del 06/08/1923, in cui «le indagini […] per rintracciare l’anarchico […] infruttuose»; stessa la provenienza, il 13/02/1926, della nota in cui (presumibile sulla base di qualche “segnalazione”) si comunica che «l’individuo in oggetto non è stato rintracciato in Alassio».
Una riservata dalla Sottoprefettura di Chiavari del 0208/1926 accenna a un trasferimento (in seguito appurato non aver mai avuto luogo) del Cerri nel comune di Rezzoaglio (nell’oggetto trovasi «anarchico non schedato»). Ed è del 13 dicembre dello stesso anno che se ne comunica, dalla Questura di Milano, l’avvenuto rintraccio «in questa via Carlo Tenca n° 73 presso Maccoli». Dalla medesima fonte, il 21/03/1927, nel ribadire che Cerri non è da ritenersi persona pericolosa per l’ordine pubblico, se ne comunica anche la recente dimissione dall’Ospedale Maggiore ove era ricoverato e che «ora trovasi in attesa di essere ricoverato in un Istituto di vecchioni».
Nel marzo del ’30 (sempre la stessa fonte) si scrive che «il sovversivo Cerri […] da tempo trovasi internato nel ricovero di vecchi alla Baggina, senza dar luogo a rilievi».
La R. Questura di Cremona, il 13/02/1931 (in ossequio alle recenti norme introdotte), ne dispone la perquisizione domiciliare (da estendere, come previsto, a congiunti e amici nel caso di assenza del soggetto); non risultando contatti d’alcun tipo, in Cremona, da parte del Cerri, la cosa non si concretizza. L’anno dopo (il 12/05/1932), da Milano, si apprende che è «ricoverato nell’Ospedale Inabili al Lavoro di questa Piazza delle Bande Nere n. 3 […] Nei di lui confronti viene esercitata la debita vigilanza». L’ultimo documento è della R. Questura di Milano, datato 28/01/1934, e in esso, dopo aver ricordato che è ricoverato nell’Istituto, che non dà luogo a rilievi e che, ovviamente, ha già una certa età, si domanda pure se «nulla osti a che egli venga radiato dallo schedario dei sovversivi». Ad oggi, ancora non se ne conosce la risposta. [vc, db]

Fonti:
ASCr, Quest.-Sovv., ad nomen.

Presente in:
ACS, CPC.