Enrico Settimo Cagnoli

* Casalmaggiore, 15/07/1880
† ?

Residente in Svizzera, sarto. Figlio di Costantino (o Costante) e Buttarelli Genoveffa. Iscritto alla Rubrica di frontiera. In una comunicazione del Ministero dell’Interno, il 13/05/1912, si trova: «Alla Regia Legazione d’Italia in Berna è stato segnalato quale pericoloso anarchico individualista l’individuo contro distinto, attualmente ascritto al gruppo Libertario di Zurigo (Aussershil)».
Sempre dal Ministero, in una riservata del 08/09/1912, si legge che il Cagnoli «seguita a frequentare con grande assiduità le riunioni dei vari gruppi anarchici di Zurigo ed a tenere coi compagni discorsi violentissimi, ma, data la poca parte materiale presa nelle agitazioni verificatisi in questi ultimi tempi a Zurigo, è da supporre che trattasi di uno dei soliti millantatori. Comunque, non mancherò di farlo attentamente sorvegliare».
«Sarto» e «anarchico» nella nota riservata della R. Prefettura di Cremona del 20 aprile (o del 16 giugno) 1923. Da circa 11 anni assente da Casalmaggiore «risulta dimorante a Milano in Via S. Damiano n. 10 ove esercita il suo mestiere di sarto», così ci si esprime dalla R. Sotto-Prefettura di Casalmaggiore il 25/06/1923 (in una nota di poco precedente si specificava il luogo di lavoro: «presso il Sarto Longani Clemente, di Milano»).
La R. Questura di Milano, il giorno 12/07/1923, invia una nota nella quale, oltre a ricordare che nel periodo (8 anni) lì trascorso «non diede mai luogo a rimarchi» e aver precedentemente chiarito che il Cagnoli «con la propria famiglia […] si è trasferito nella Svizzera, e precisamente a Lugano per ragioni di lavoro presso Ditta Burger Hehl», specifica pure che «è munito di passaporto rilasciatogli da questo Ufficio il 19 marzo u.s. n. 341».
Nelle comunicazioni del’25, ’26 e ’27 non si rileva nulla di nuovo e/o particolare, e solo a fine 1927, dalla R. Questura di Cremona, se ne comunica l’avvenuta iscrizione nella Rubrica di frontiera il giorno 04/12/1927.
Dalla R. Questura di Como, il 18/08/1928, in ossequio alle direttive riguardanti gli iscritti alla succitata rubrica ed essendo «entrato nel Regno, da questo valico stradale di Ponte Chiasso, il Cagnoli in oggetto […] munito di regolare passaporto […]. L’accurata perquisizione a cui il suddetto è stato sottoposto ha dato esito negativo. Il Cagnoli dopo circa un’ora rientrava in Svizzera dallo stesso valico». A proposito dell’accaduto, in una nota del Ministero dell’Interno si legge che è necessario «conoscere, se possibile lo scopo del suo ingresso nel Regno e del suo immediato riespatrio che ha destato ragionevoli sospetti». Anche a tale scopo, dunque, se ne richiedono dati e connotati precisi e dal Commissariato di P.S. di Casalmaggiore, alla R. Questura di Cremona, il 18/03/1929, si forniscono gli elementi a mo’ di risposte a un preciso e dettagliato questionario; fra tali elementi, «ignorasi» («connotati», «grado di pericolosità [su differenti piani; ndr]», «se fu colpito da provvedimenti di polizia») è il più ricorrente; reciso l’«anarchico», in merito a «collocazione politica e partito», «poca», decisamente, la risposta relativa a «Coltura [sic], capacità di propaganda».
Da questo tempo in avanti, con l’obiettivo di aggiornare CPC, Rubrica di frontiera ecc., è un susseguirsi di note già propedeutiche, forse, alla radiazione; ad esempio, una della R. Questura di Milano del 19/11/1933, nella quale, dopo averne ricordato i trascorsi con i «vari gruppi anarchici di Zurigo», si rileva che poi «non risulta abbia più dato luogo a rilievi con la sua condotta politica».
La riservata del Ministero dell’Interno del 02/05/1934 pare rafforzare tali toni tranquillizzanti in merito all’innocuità ormai espressa dal Cagnoli anche o soprattutto sulla base di quanto riferisce il Regio Consolato Generale a Zurigo.
Ed è lo stesso Ministero dell’Interno che nell’ottobre ’36 gira al Prefetto di Cremona una riservata in cui si trova: «Il Regio Consolato Generale a Zurigo comunica: “Il nominato in oggetto è di buoni sentimenti italiani e fascisti. Egli è iscritto alla sezione locale dell’Associazione Nazionale Combattenti ed ha presentato domanda di ammissione al P.N.F. Si esprime pertanto il parere che il sopranominato venga cancellato dal novero sei sovversivi”. Nulla osta da parte di questo Ministero alla radiazione del Cagnoli dal novero dei sovversivi e quindi dalla rubrica di frontiera» (firmato «Pel Ministro [Carmine Senise]»).
La radiazione (della quale in fascicolo manca l’atto formale e ufficiale e invece abbondano note “a mano” con richieste di chiarimenti “tecnici” da e tra Questure, Ministero, Prefetture ecc.) è avvenuta presumibilmente attorno all’inizio dell’anno 1939. [vc, db]

Fonti:
ASCr, Quest.-Sovv., ad nomen.

Presente in:
ASC, CPC.