Emilio Mauro Capelli

* Paderno Assolaro, 04/11/1878
† ?

Residente a Savona, calzolaio, vetraio. Figlio di Ferdinando e Bassi Giuseppina. Una nota della R. Questura di Savona ricostruisce così gli ultimi tre lustri dell’«anarchico schedato»: «20/06/1916 […] da Finalmarina si è trasferito a Savona occupandosi in quella Vetreria Viglienzoni – Viene vigilato»; 10/10/1926 […] a Savona e non svolge attività politica pur continuando a professare idee anarchiche […]; 21/08/1928 […]. L’anarchico in oggetto risiede sempre in questa città […] pur conservando le sue idee non svolge alcuna attività contraria al Regime. Viene convenientemente vigilato […]; 13/03/1929 […] Lavora quale manovale presso il locale stabilimento ILVA ed abita in via Ratti n° 3 int. 34 […] conserva sempre i suoi sentimenti politici».
Da altri documenti risulta un attenzionamento iniziato già nel 1903. Per esempio, nella riservata del 15/02 di quell’anno, oltre a qualificarlo come «di carattere mite e amante del lavoro» («calzolaio», si legge nell’oggetto) si specifica che «figura fra gli affigliati [sic] al gruppo socialista-anarchico di questa città [Cremona; ndr]».
In note del “Corpo delle Guardie di città” di Cremona degli anni 1903-1904 (in cui diviene «socialista-anarchico») se ne segnala presenza e attività. Alcuni esempi qui di seguito.
L’11/05/1903: «noto socialista-anarchico […] preso a cantare e schiamazzare assieme a certi Barbieri Enrico, Vantadori Guido, Giussani Pietro e Poleri [o Boleri o Doleri; ndr] Luigi […] dichiarati in contravvenzione»; il 11/06/1903 «è risultato che è presente in questa città […] abita in Vicolo delle Rose n. 2 […] è in relazione con il noto anarchico Comaschi Carlo tanto è vero che ieri sera alle ore 21,30 incontratosi col Comaschi sul Corso Garibaldi […] intenti a parlare […] confidenzialmente […] trattandosi col tu»; il 16/01/1904: «affiliato alla setta anarchica dal 1° novembre 1903 passò ad abitare in Vicolo Ferrario n. 1»; il 28/02/1904 «fu veduto alla conferenza tenuta dal Professor Alessandro Groppali»; il 15/04/1904 «lavora alla fabbrica del vetro […] di Porta Po e risulta altresì che è amico del noto anarchico Comaschi Carlo»; il 16/12/1905 «ha intrapreso il mestiere di venditore ambulante […]. Da notarsi che il Capelli – dopo la partenza per Brescia del noto anarchico Dossena Pietro, non fu più veduto frequentare la compagnia di questi anarchici»; il 03/01/1906 «si è recato a Sesto Calende in Provincia di Milano – ove ha trovato da occuparsi nella fabbrica del Vetro del Sig. Bertoluzzi». Insomma, un elevato grado di vigilanza che comincia a veder attivate le R. Prefetture e Questure della varie zone (sono ad esempio del ’06 le prime della R. Prefettura di Gallarate).
Una nota emblematica del datore di lavoro (Ditta Bertoluzzi e C. di Sesto Calende), risalente al 18/07/1907, già contrassegnata da toni certo lusinghieri verso il compagno, sottolinea che, «dedotto il necessario per vivere onoratamente, ogni quindicina spedisce il restante alla propria famiglia» e, dopo aver rimarcato, pure, che il Capelli mai si è manifestato politicamente, arriva ad annunciare la propria intenzione di avvalersi di lui «per la prossima campagna lavorativa 1907-1908». Ciononostante, la vigilanza non accenna ad attenuarsi e si sollecitano le richieste di aggiornamento del «Cenno biografico» del compagno (anche, ad esempio, dalla Questura di Milano, città in cui peraltro dimora, come si evince dalla comunicazione del 04/10/1907). In una riservata del 31/07/1909 si comunica che vive a Varese «con tutta la famiglia». In ragione di una «breve permanenza in Lisanza» c’è il coinvolgimento della Prefettura di Como, come si riscontra da una nota della medesima datata 16/09/1909.
In effetti, fino alla nota del 04/04/1914, tutte le comunicazioni sono della Prefettura di Como e in tutte si fa ricorso a formule e parole decisamente tranquillizzanti sulla condotta di Capelli. Di questa stessa data, per esempio, è una nota che afferma: «Si è recato a Parigi per ragioni di lavoro […] lasciato la propria famiglia nel Comune di Lisanza»; e due mesi dopo, dalla stessa Prefettura, si comunica che «Da ulteriori indagini risulta trovarsi in Francia al seguente indirizzo: “Rue de Chelles 80 – Gogni (Seine et Oise)” e che lavora in una cava di pietre». Rientra nell’agosto dello stesso anno e se ne dispone la vigilanza. Ancora dalla Prefettura di Como si comunica, il 02/03/1915, che «si è trasferito a Finalmarina, occupandosi come infermiere presso quell’ospedale civile». A questo punto la palla passa dunque agli organismi di controllo liguri (uno dei primi è costituito dalla R. Sotto Prefettura di Albenga, che inizia la sua azione di vigilanza, dandone conto, in data 17/06/1916).
Una “Riservata-Urgente” del 10/06/1923 da Cremona è indirizzata al Sottoprefetto di Savona: vi si chiede, tra l’altro, «se debba essere ancora considerato come iscritto nello schedario dei sovversivi e biografato [Capelli, a Savona, vive in Via Orazio Grassi, 3-6; ndr]». Da Savona la risposta non tarda e il 28 successivo si scrive: «pur conservando la sua fede anarchica, non ha dato mai luogo»… Tre anni dopo, medesima la provenienza, una nota in cui si legge (a parlare è la R. Sotto Prefettura di Savona, in data 04/01/1926): «serba sempre la sua fede primitiva di anarchico però non è da considerarsi fra i sovversivi pericolosi di qui. È di buona condotta morale».
Tra l’altro, in una nota della Questura di Genova del 10/10/1926, si trova: «risiede sempre a Chiavari». Una fotografia di Capelli viene inviata da Savona a Cremona in data 28/08/1928.
Il 07/11/1930, fonte ancora una volta Savona, si scrive, tra le altre cose, che «Per quanto iscritto ai Sindacati Fascisti non pare abbia mutato le proprie idee politiche».
Dalla R. Questura di Cremona, il 21/07/1933, se ne rammenta il quadro personale alla luce del Casellario Giudiziario, dal quale risulta: «Sentenza 14/09/1903 Pretura di Cremona condanna £. 50 di multa per ingiurie». La vigilanza continua per tutta la prima metà degli anni Trenta e «l’anarchico schedato […] dimostra indifferenza per l’attuale Regime Fascista» (si trova nella nota riservata da Savona del 13/11/1933). Pressoché identiche le riservate del ’34 e ’35. Anche nell’ampio cenno biografico aggiornato a quell’anno se ne trova conferma.
La proposta di radiazione ha provenienza Savona ed è del 23/01/1936 e la sua formalizzazione, comunicata in data 21/03/1936 anche al Questore di Cremona, è del marzo seguente. [vc, db]

Fonti:
ASCr, Quest.-Sovv., ad nomen.

Presente in:
ASC, CPC.