…E TU SLEGALO SUBITO

Campagna nazionale per l’abolizione della contenzione

Comunicato di adesione all’appello

Quando le scelte produttive neoliberiste ostacolano la salvaguardia della salute, la Medicina svolge per conto del potere, una funzione di riparazione e controllo di “coloro che funzionano male”, contribuendo a creare un mercato in cui le persone con i loro bisogni diventano oggetti, numeri, clienti, e le prestazioni, merci senza che siano rimosse le cause primarie di malattia,

assumendo quindi il compito di medicalizzare.

In psichiatria questo concetto è portato all’estremo grazie al lavoro in tandem con il sistema giudiziario, che si serve di definizioni quali “pericolosità sociale” e “infermità mentale”. In questo modo le persone possono essere completamente oggettivate e costrette a subire interventi di contenzione chimica, meccanica e istituzionale.

La persona non è infatti considerata nei suoi bisogni, ma “curata” per i suoi sintomi. La riparazione avviene con l’uso incongruo degli psicofarmaci che, lungi dall’intervenire sulle cause del disagio mentale, favoriscono la cronicizzazione del disturbo e rendono invalidi coloro che li assumono a vita. Si completa l’opera con il ricorso, per nulla eccezionale, al Trattamento Sanitario Obbligatorio, per l’internamento in Servizi Psichiatrici Diagnosi e Cura, dove nella maggior parte dei casi alla contenzione chimica si aggiunge quella meccanica che può causare anche la morte come purtroppo già           dimostrato con i casi di F. Mastrogiovanni e M. Malzone al sud, G. Casu a Cagliari, A. Soldi a Torino, solo per citare i più noti.

Il dato preoccupante è la quasi totale indifferenza mostrata da operatori sanitari, familiari, società civile riguardo queste pratiche, visto e considerato che l’impianto della psichiatria istituzionale, nell’attuale contesto socio-economico, diventa la cartina al tornasole del rapporto tra le classi e punto nodale del sistema di controllo sull’individuo.

Aderiamo alla campagna nazionale per l’abolizione della contenzione perché non accettiamo lo status quo come un dato naturale e irreversibile, ma invece come un risultato socialmente e storicamente determinato, su cui abbiamo il dovere di intervenire.

 Alternativa Libertaria/FdCA

15 gennaio 2016

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