I tranvieri di Genova hanno segnato un passaggio importante e guadagnato una posizione fondamentale: hanno bloccato la privatizzazione e non hanno accettato peggioramenti alla loro prestazione lavorativa e questo serve come riferimento al resto del paese.
Se non sono i lavoratori dei servizi che si oppongono al disegno del capitale in merito allo stato sociale, non si va da nessuna parte.
Resta il punto su come reperiranno le istituzioni i miliardi che occorrono, le linee che verranno appaltate, come evitare una privatizzazione mascherata. Non è finita, da qui fino alla fine del 2014 la partita è aperta, ma tutto questo non spetta ai soli tranvieri, non li si può lasciare soli.
E almeno due sono i punti fondamentali: il primo è la ridefinizione della rappresentanza sindacale o la sua ricostruzione non su basi di sigle, ma su basi più aderenti alle necessità; il secondo è una rappresentanza sociale in città che esprima contenuti politici di mantenimento dello stato sociale contro le privatizzazioni, rappresentanza sociale dove i lavoratori siano presenti e determinanti.
A Bologna PER LA DIGNITA PER I DIRITTI. Sono state queste le semplici parole d’ordine stampate sul manifesto di convocazione della manifestazione dei facchini della logistica.
La manifestazione riuscita di Bologna sta a indicare che la repressione dentro i luoghi di lavoro del settore della logistica fatta di ricatti, servilismi, licenziamenti di delegati e di attivisti sindacali, con l’aggiunta di denunce per i blocchi degli interporti che si esplicita in un attacco diretto alle lotte, non passa, non ha distrutto quello che in questo anno e mezzo di iniziative è stato costruito.
La logistica è un settore fondamentale dello scontro/conflitto fra capitale e lavoro che possiamo definire strategico ed importante seguire, capire, per partecipare allo sviluppo delle lotte, delle forme organizzative di costruzione e ricostruzione che la classe mette in campo per rompere il dominio del capitale sulla prestazione lavorativa e la condizione di vita dei lavoratori.
La strada sin qui seguita con la costruzione della rappresentanza nelle lotte che pone come punto iniziale la conquista del lavoro contrattato, che rompe la logica del mercato delle braccia e non solo gestito dai padroni, indica un percorso di classe che ci riporta ai fondamentali della organizzazione di resistenza che la stessa ha costruito o meglio costruisce.
Pur non credendo ai facili entusiasmi, siamo impegnati e agiamo nella difficile e complessa azione politica di ricostruzione dei rapporti di forza, oggi distrutti.
I segnali, quello che la classe ha messo in campo a Genova e Bologna nella settimana trascorsa, vanno con tutto il loro carico di difficoltà e incertezze in questa direzione.
FdCA – Commissione Sindacale