Arsenio Giuseppe Fenocchio

* Cremona, 20/01/1886
† ?

Figlio di Luigi e Gremizzi Maria, pulitore di metalli. Tribunale di Cremona, Sezione Penale, ammonizioni: in data 21/02/1907, la Regia Prefettura della Provincia di Cremona indirizza all’«Ill.mo Signor Giudice Istruttore Delegato alle Ammonizioni presso il Tribunale di Cremona» la nota nella quale, tra l’altro, si legge che a Milano il Fenocchio non s’è recato per incontrarvi «stabile lavoro» ma per “gozzovigliare” «con tutti i pregiudicati e prostitute più volgari»; se ne fanno anche i nomi: «Vigorelli Giuseppe, Vigorelli Bruno, Botta Luigi, Bernardi Giuseppe, Voltolini Pietro, Faverzani Artemio, colla prostituta Federici Esterina». Ma anche «a Cremona sua patria» si associa col “peggio”; qualche nome: «Ghisolfi Lorenzo ed Enrico Bonvicini, condannati testé per rapina dal Tribunale di Varese […] Scissa, Balconi, Piacenza, Ferrari, Zanini…». È con molti di costoro che F. commette i delitti (rapine) per poi consumarne immediatamente il frutto nei rituali gozzovigli che vi fan seguito. Più oltre si legge anche: «Il Fenocchio è un vagabondo qui ed a Milano, e vive misteriosamente di espedienti»; e in conclusione: «Essendo il medesimo ritenuto molto pericoloso alla P.S. sarebbe opportuno fosse attentamente vigilato. Fo quindi proposta anche contro il medesimo sia adottato il provvedimento della giudiziale ammonizione».
Allegata, in fascicolo, si incontra la “Cartella biografica dei pregiudicati”; alla casella Professione o mestiere leggiamo «pulitore di metalli» e il domicilio del tempo, «Corso Ticinese n° 106 [a Milano – ndr]»; in tale “Cartella” si trova annotato il reato di «lesioni», ascrittogli il 01/08/1906 e costatogli 50 giorni di reclusione, e quello di «furto qualificato» (è citata la parte lesa: Giovanni Groppali), commesso nell’ottobre 1906, ma dal quale viene assolto «per insufficienza di prove».
Chiudono la documentazione, tra le altre cose, un «Mandato di comparizione per gli oziosi, vagabondi e diffamati per delitti» e un «Verbale di Interrogatorio» datato 22/03/1907, nel quale si trova anche un’articolata risposta del F. che, sostanzialmente, ricusa l’imputazione e la qualifica di «essere riluttante al lavoro e d’avere proclività al furto ed a reati della specie».
«Domiciliato in Via Porta Mose n° 69, pulitore in metalli, celibe», le parole che si leggono nel Cenno Biografico aggiornato al 30/07/1909. Inoltre, vi si trova: «Cattiva fama riscuote presso il pubblico per la sua condotta e per i precedenti penali […] mediocre intelligenza […] imbevuto di idee anarchiche [nessuna “influenza sui suoi compagni”, niente rapporti epistolari o collaborazione a giornali – ndr]. Legge però volentieri scritti sovversivi. Prende sempre parte alle dimostrazioni e commemorazioni sovversive […]. Ha riportato però le seguenti condanne: 1° [sentenza Tribunale di Milano 04/08/1906 – ndr] condannato alla reclusione per giorni 90 per lesioni personali; 2° con ordinanza della Camera di Consiglio di Cremona 30 Dicembre 1906 venne prosciolto per insufficienza d’indizi; 3° [all’incirca la stessa cosa: «non provata reità per furto» – ndr] Tribunale di Cremona 22 Aprile 1909». I successivi aggiornamenti, che arrivano al 28/03/1930, non segnalano altro al di là della regolare condotta. Del 22/07/1909 (testo su cui basasi anche il suddetto Cenno) la nota che ricorda come fu sorpreso assieme agli anarchici Boschetti e Digiuni «mentre attaccavano sulle mura delle abitazioni di Piazza Roma […] manifesti anarchici astensionistici [in occasione delle elezioni generali del luglio 1908 – ndr]». È il Ministero dell’Interno che nel settembre del ’09 richiede «un esemplare del ritratto fotografico dell’anarchico Fenocchio Arsenio Giuseppe» (da notarsi il prestampato, in un elegantissimo corsivo, fino ad «anarchico» e poi lo spazio da riempire-compilare, a mano, evidentemente, per il nome del sovversivo di turno).
«Trasferito a Milano il 14/11/1910», «[coniugato – ndr] Con Cassandi Maria» e «Giornaliero-Pulitore metalli», ciò quanto si apprende dal documento dell’Ufficio del Registro di Popolazione di Cremona ed Uniti, datato 29/12/1923. A Milano dimora in «Via Scaldassone n° 6» (il «giornaliere-anarchico»); così nella nota da Cremona del 30/12/1923 indirizzata all’“Ill.mo Sig. Questore di Milano”. Dalla R. Questura di questa città se ne comunica il rintraccio, in data 12/01/1924 («rintracciato in Corso Ticinese n° 76 […] occupato presso la Ditta Schieppati in via Lazzaro Papi in qualità di verniciatore»). Nessun rilievo, «quantunque professi idee anarchiche», si legge in nota della stessa fonte del 01/08/1926. Del 11/06/1927 una comunicazione dalla quale si apprende che «attualmente occupato in qualità di operaio presso la Carrozzeria Castagna in via Montevideo 19. Continua la vigilanza» (in tale nota il compagno, sia in oggetto sia nel testo, diventa «Fenocchio Arscino [!?] Giuseppe» e la madre «Gremisi Maria»). Questi svarioni sono rimediati il 26/11/1928, anche se stavolta la madre diventa «Tremizzi» (e in nota si legge: «di Tremizzi Maria»). Sono del ’30 i primi accenni all’ipotesi di radiazione dal novero dei sovversivi; da Milano, ad esempio, si sostiene tale ipotesi in data 20 marzo di quest’anno. E dunque, nel maggio seguente, si rende noto che il Ministero dell’Interno ha «autorizzato la radiazione dallo schedario del soprascritto sovversivo»; nell’oggetto di quest’ultima comunicazione trovasi «ex anarchico schedato». [vc, db]

Fonti:
ASCr, Quest.-Sovv., ad nomen.
ASCr, Tribunale di Cremona, Sezione Penale, ammonizioni, b. 2353.

Presente in:
ACS, CPC.