Alceo Dossena

* Cremona, 09/10/1878
† Roma, 11/10/1937

Figlio di Giovanni e Melgari Regina, residente a Roma, scultore. Denunciato per offese al capo del Governo. Coniugato Ruffini Emilia, abitante in Piazza S. Paolo 4; così si legge nell’atto dell’Ufficio del Registro di Popolazione di Cremona e Corpi Santi del 26/05/1904.
Un Cenno Biografico della R. Prefettura di Cremona del 17/06/1905, dal quale si apprende che è «scalpellino» e che ha un figlio, Alcide, nato il 24/02/1901, lo dipinge come «di carattere volubile, di poca tendenza al lavoro, proclive a fare debiti onde mantenersi agiatamente […]. Alcune volte lo si è visto e lo si vede in compagnia di alcuni noti Socialisti anarchici, tra cui il Bonvicini, il Cavaglieri, il Ferrari ed in special modo con lo Stroppa Ernesto […] non è ritenuto pericoloso ma pel suo carattere strambo e leggiero è ritenuto però facile ad associarsi con altri Socialisti anarchici e potrebbe […] qualche ragazzata».
«Anarchico» è detto nell’oggetto della nota delle Guardie di Città del 04/12/1905, dalla quale si apprende dapprima di un suo trasferimento in Via Guido Grandi, 9 ed ora in Via del Campanello, 4 , sempre a Cremona. Ed inoltre che «trovasi occupato dalla sua professione a Soresina».
«Sospetto anarchico», in altra nota (antecedente), stessa provenienza, del 24/05/1904, nella quale si diceva che «il compagno del noto Socialista anarchico Stroppa Ernesto è certo Dossena Alceo […] consta condivida con lui le stesse teorie politiche sovversive».
Ritorna «anarchico» nelle note in cui si comunicano i suoi movimenti (anche una semplice assenza di 10 giorni da Soresina, per esempio) e se ne segnalano i vari spostamenti e le varie presenze: «fu veduto al Teatro Politeama Verdi» (da una nota del 20 gennaio 1906, ma era stato così anche per l’anno precedente). Sempre del ’06, in aprile, dalla Sotto-Prefettura di Crema si rende noto che nel periodo di soggiorno in quella città «non diede luogo a rimarchi» e se ne specifica l’alloggio preso (Trattoria della Luna in via Garibaldi n. 2) nonché l’attività presso il laboratorio del marmista Aglio in Via XX Settembre. Dello stesso mese, in data 25, la segnalazione che «il noto anarchico Dossena» in un’osteria cittadina, commentava, approvando, il contenuto di un articolo che aveva appena letto sull’Idea, palesemente denigratorio verso la Famiglia Reale, aggiungendo di suo che «per lui il Re è un ladro e così pure l’intera famiglia Reale». Si integra, per maggiore accreditamento, che fu udito anche da certo Galluzzi Giuseppe, «antiquario», oltreché dallo stesso «esercente», Balestreri Benedetto.
«Sovversivo», nella comunicazione del 19/08/1908, in cui si trova «si è recato a Parma, ove trovasi attualmente, avendo trovato da occuparsi della sua professione» (in oggetto anche «scalpellino»). Da Parma, però, in settembre, la Questura comunica che non «risulta si sia trasferito in questa città». In effetti, le Guardie di Città di Cremona, il 10/09/1908, affermano che ha fatto «ritorno in Cremona, ed abita […] in via Villa Glori n. 20».
Nel 1911 si rammenta che «ha sempre manifestato idee anarchiche […] solo piccola condanna […] per mancata presentazione alla verifica regolamento metrico». Ed anche in una nota del 30/11/1916 si ribadisce la stessa cosa aggiungendo che, «piccola condanna» citata a parte, «non ha pendenze penali, e risulta poco amante del lavoro».
È la R. Delegazione di P. S. delle Ferrovie di Reggio Emilia che il 22/11/1916 ne richiede informazioni, dato che D. è stato «assunto presso le locali officine meccaniche». Ricevute tali informazioni, l’ 8 dicembre seguente, oltre a ringraziare, la medesima Delegazione comunica che «oggi stesso è stato licenziato da questo stabilimento delle officine meccaniche»; più precisamente trattasi dello Stabilimento Ausiliario Officine Meccaniche Italiane.
«Anarchico schedato» diventa nella comunicazione della R. Questura di Roma del 24/01/1917 (diretta al Prefetto di Cremona) che recita: «mi pregio di assicurare la S. V. Ill.ma di avere disposto in merito al militare Dossena Alceo».
Siamo al 24/08/1923 e dalla R. Questura di Parma si conferma il trasferimento da «diversi anni» (in Parma) del Dossena; si dice che «è scultore» e che abita in Viale della Villetta, «casa propria […]. Egli è un attivo lavoratore di scultura con laboratorio nella sua abitazione». Dalla medesima fonte, il 19/02/1926, si afferma che è diventato «comproprietario della Ditta lavori in marmi Rossi Dossena sita in Viale Villetta. Da circa due anni, però, si è trasferito per ragioni di lavoro a Roma». Poi: «è stato qui rintracciato ed abita al viale Giulio Cesare n. 101», si scrive dalla Regia Questura di Roma il 15 marzo successivo.
L’anno dopo, in data 03/04/1927, stessa la provenienza, si comunica che «fa vita regolare ed è dedito al suo lavoro artistico dal quale ritrae discreti guadagni e tutto fa ritenere che da molto tempo non si occupa più di politica» (in oggetto, ancora «sovversivo»).
L’anno dopo, in data 21 gennaio, si apprende che il «sovversivo […] abita tuttora in via Cola di Rienzo n. 252, presso l’amante Lusetti Teresa. Non dà luogo a» ecc.
Sulla “nota” vicenda delle offese a Mussolini ci illumina così una scheletrica comunicazione della R. Questura di Roma datata 01/04/1930: «Nel 1928 venne denunziato da tale Fasoli Alfredo per offese a S. E. il Capo del Governo, ma fu assolto in istruttoria per non aver commesso il fatto»; e il 17/04/1930 se ne comunica l’avvenuta radiazione dal novero dei sovversivi. L’ultima nota che lo riguarda è quella in cui se ne comunica l’avvenuto decesso «in quest’ Ospedale di S. Giacomo», il 13/10/1937. Tale nota è del 21 ottobre seguente e nel suo oggetto si legge: «ex anarchico». [vc, db]

Fonti:
ASCr, Quest.-Sovv., ad nomen.

Presente in:
ACS, CPC.