Achille Crotti

* Cremona, 18/01/1876
† ?

Figlio di Giuseppe e Rosa Cappelletti, residente a Torino, fabbro. Oltre a Cremona, sono le autorità di varie sedi (Torino, Milano, Udine, Trieste ecc.) ad occuparsene (il fascicolo che lo riguarda, piuttosto corposo, sta a documentarlo) e forse proprio a partire da quando (come si evince dalla lettura della nota della R. Prefettura di Cremona, senza data, ma che tutto lascia supporre del 1898 o 1899): «all’età di 17 anni andò a Milano […] In detta città fu sorpreso in una riunione di anarchici il 5 Nov. ’93 ed arrestato […]. Nel 1894 andò a Torino ove rimase tre anni. Nel 96 – 18 maggio arruolato […] congedato il 20 Ottobre 1898 […]. Fino al 2 marzo a Cremona [e poi – ndr] […] andò a Trieste». Nella stessa si specifica che è «fabbro», «celibe», «nullatenente» e abita a Cremona in via Belcavezzo, 10.
Dalla Prefettura di Udine, il 29 marzo 1899, si dichiara che «dalla Direzione della Polizia di Trieste l’espulso dall’Austria Crotti Achille mi viene segnalato [è il Prefetto che scrive – ndr] siccome affigliato alla setta anarchica».
Di pochi giorni precedente alla citata, una comunicazione del Comune di Cremona, comprensiva del «Nulla Osta per conseguire passaporto per l’estero» concessogli «per la destinazione della Repubblica Francese». In data 28/08/1901, dalla R. Questura di Torino (città nella quale il Crotti sembra risiedere «da circa cinque mesi»), si apprende che «è stato il 26 corrente chiamato sotto le armi per un periodo di venti giorni di istruzione» (in «Fanteria», si specifica).
Seppur con all’attivo solo l’arresto sopra ricordato e nulla più, non se ne allenta la sorveglianza e certo non si perdono di vista tutti i suoi movimenti; ad esempio, in ottobre dello stesso anno (1901), una visita alla madre, a Cremona, viene prontamente segnalata, dalla R. Questura di Torino; oppure, poco dopo, notizie, poi smentite, di un suo rientro a Cremona «con la sua sposa», son ben evidenziate, anche se, come anticipato, non trovano conferma e infatti, lo stesso mese, e sempre da Torino, se ne annuncia il «ritorno in questa città».
Il 15/03/1904, la Questura torinese ci dice che «risiede a Torino, serbando regolare condotta», e che «ha sempre protestato di non essere anarchico»; molto simile (pur se priva della protesta del Crotti appena menzionata) una comunicazione, della stessa provenienza, datata 21/07/1909.
A ben 14 anni di distanza, esattamente nel 1923, una riservata, sempre da Torino, nella quale si ribadisce che non ha «dato luogo a rimarchi», da quando, novembre 1903, vi dimora (in Torino, appunto), domiciliato in Via Saluzzo, 59; inoltre, che lavora nella fabbrica automobilistica “Italia” e non risulta «frequenti individui professanti idee antistatali». All’incirca lo stesso contenuto in una nota, successiva di tre anni (1926). E mentre nella nota del 26/03/1927 si comunica che «è stata sospesa nei di lui confronti la vigilanza» (la provenienza, al solito, è Torino, diretta al Questore di Cremona e nell’oggetto leggesi «anarchico biografato»), dalla documentazione successiva risulta palese che l’attenzionamento perdura a tutto il 1929, epoca in cui se ne ipotizza la radiazione dallo schedario… ossia altri 3 anni circa di “vigilanza” uguale a quella antecedente la nota del ’27 appena citata. Infine, risale alla vigilia di Natale del medesimo anno, il ’29, la comunicazione dell’avvenuta radiazione «dal Casellario Politico». [vc, db]

Fonti:
ASCr, Quest.-Sovv., ad nomen.

Presente in:
ACS, CPC.