* Cremona, 1821
† Cremona, 1894
Cremonese, di professione infermiera, Paolina Caccialupi, in più “luoghi” è detta «l’anarchica Paolina Caccialupi», oppure è definita «una figura intellettuale di spicco», o ancora «donna di grande intelletto e di fortissima tempra», ma di certo ai più è nota per essere la madre di Leonida Bissolati, uno dei “padri” del socialismo italiano.
Coniugata con Demetrio Bergamaschi, ebbe una relazione col canonico Stefano Bissolati e da questa relazione nacque il figlio, Leonida. Rimasta vedova (il marito, da anni, giaceva gravemente malato) si sposa col Bissolati (che nel frattempo, già nel 1861, aveva smesso l’abito talare) e questi riconosce, adotta e, naturalmente, “passa” il cognome al futuro leader socialista. Nel suo ritratto di Leonida Bissolati, Lorenzo Magarini fa un fugace cenno a Paolina: «sua madre Paolina Caccialupi, infermiera provetta»*.
Secondo Fernando Manzotti (“La giovinezza di Leonida Bissolati ricostruita su documenti inediti”, in Nuova Rivista Storica, gennaio-aprile 1957) Stefano Bissolati «conobbe e amò Paolina Caccialupi, ancora moglie di Demetrio Bergamaschi. Dal loro amore nacque Leonida il 20 febbraio 1857 […]. L’amore fra i due era sbocciato in un ospedale ove il Bissolati si recava per il suo ministero sacerdotale e la Caccialupi vi svolgeva le funzioni di infermiera» (Manzotti cita come fonte di queste notizie: Antonietta Filippini, Ricordi di Leonida Bissolati, Cremona, 1950). La relazione extraconiugale di Paolina Caccialupi con Stefano Bissolati sarebbe durata, secondo questa versione, almeno tredici anni, dal 1856 al 1868, anno della morte del Bergamaschi. Esattamente dopo un anno di lutto, la vedova sposò Stefano Bissolati, che solo nel 1875 adottò Leonida, quando questi aveva diciotto anni (non otto, come riferisce Manzotti)**.
La Caccialupi è stata la prima a tradurre in lingua italiana Dio e lo Stato di Bakunin, con prefazione di Leonida Bissolati, per i tipi della Fantuzzi***, Milano, 1893.
Per le notizie biografiche si vedano In ricordo di Paolina Caccialupi Bissolati, 6 aprile 1894. Parole dette davanti al feretro dalla Prof. Carmela Baricelli, dal Prof. Arcangelo Ghisleri, dall’Avv. Luigi Ratti, Cremona, Tipografia Sociale, 1894, e anche Ricordo di Paolina Caccialupi-Bissolati, Cremona, Tip. Sociale, 1894.
* L. Magarini, Ritratti di Politici Cremonesi dell’Otto-Novecento, Cremona, Cremonabooks, 2004, p. 34.
** P.C. Masini, “Stefano Bissolati”, in Critica Storica, III, 6, 30 novembre 1964, Messina-Firenze, G. D’Anna, p. 680, nt. 3.
*** Franco Fantuzzi era «schedato dalla Questura fra gli anarchici, invece che fra gli operai [si intende qui il Partito Operaio Italiano, ndr]». E ancora: «A.S.M. Questura, Gabinetto, cit., elenco anarchici pericolosi: Franco Fantuzzi fu Ferdinando e Gobbi Maria, nato a Reggio Emilia il 3 giugno 1859, tipografo, è uno dei più pericolosi, dal lato della propaganda anarchica e dell’azione. Dotato di certa cultura, ha tenuto spesso conferenze in senso socialista-anarchico. Nel 1886 era inserito nel Circolo Socialista Anarchico ed in relazione con l’Internazionale di Firenze. Fu uno dei fondatori della Lega Figli del Lavoro e collaboratore efficace del “Fascio Operaio”. Subì vari arresti e condanne. Il 5 novembre 1893 fu arrestato in Via Vittoria con 53 anarchici». L. Briguglio, Il Partito Operaio Italiano e gli anarchici, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1969, p. 97 e n.
Bibliografia:
Treccani, sub voce “Bissolati, Leonida”.
Quaderni Padani, XIII, 74, novembre-dicembre 2007.
Critica Sociale, 52; R. Colapietra, “Il rapporto con Kautsky e il rifiuto del radicalismo anarchico”.