Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamava l’insurrezione in tutti i territori italiani ancora occupati dai nazifascisti.
Nel giro di 6 giorni, quasi tutta l’Italia settentrionale era stata liberata dai partigiani.
Così il Primo Maggio si festeggiarono contemporaneamente la liberazione e la giornata internazionale dei lavoratori, soppressa dal fascismo da 24 anni.
Nella storia italiana, le due date sono dunque intrinsecamente unite dai tumultuosi eventi di quella primavera del 1945: la libertà riconquistata si inverava nel 1Maggio, nella giornata della memoria dei martiri di Chicago del 1886 e della riaffermazione del movimento dei lavoratori come protagonista della lotta anticapitalista ed antifascista.
Le due giornate furono poi proclamate “feste nazionali” nel 1946.
70 anni di lotte per la libertà e l’uguaglianza
Da allora le due giornate simbolo della resistenza antifascista e della resistenza operaia sono state prima osteggiate con la violenza padronale-statale-mafiosa (si pensi alla strage del 1 Maggio di Portella della Ginestra nel 1947), poi lentamente ricondotte alla ritualità del nuovo Stato sorto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, allo scopo di sottrarre ogni spazio di autonomia alla vigilanza popolare antifascista ed alle organizzazioni operaie.
Sono stati decenni in cui quel fascismo, sconfitto militarmente, è riuscito a inserirsi ed a riprodursi all’interno dello Stato e della criminalità organizzata, fino a compiere stragi di popolo per spargere il terrore necessario ad arrestare le lotte operaie e studentesche.
Sono stati decenni in cui il capitalismo italiano ha potuto riprendere l’accumulazione di profitti, imponendo al paese dure condizioni salariali e normative.
Ma l’operazione di riduzione a memorialistica e di depotenziamento del 25 aprile e del 1 Maggio, portata avanti dalle istituzioni statali e da organizzazioni sindacali collaborative e rinunciatarie, non è riuscita a distruggere l’antifascismo ed a falsificarne la memoria, non è riuscita a piegare le lotte dei lavoratori e la loro capacità organizzativa.
Sono stati 70 anni di lotte per la libertà e l’uguaglianza.
Il 25 aprile per contrastare il fascismo oggi
Oggi che il fascismo si esprime sempre più concretamente con le politiche securitarie di Stato e con i partiti politici a vocazione razzista, con la violenza di strada contro immigrati ed attivisti e con il controllo mafioso dell’economia, il 25 aprile assume significati politici inediti.
Nelle manifestazioni locali unitarie, occorre dunque portare i temi antirazzisti della cittadinanza per tutti e delle politiche di accoglienza; occorre portare la rivendicazione della indisponibilità di spazi pubblici e di sedi pubbliche per tutte le formazioni che si richiamano al nazifascismo; occorre vigilare per denunciare le collusioni delle istituzioni con i racket fascio-mafiosi.
Occorre rendere tutto questo parte di una consapevolezza diffusa e popolare, creando reti antirazziste nei quartieri e nelle città, in uno sforzo di unità delle forze antifasciste, degno della migliore tradizione anarchica, come tra il 1919 ed il 1922.
Questo il miglior omaggio che oggi si possa fare alla memoria dei proletari che tentarono di fermare i fascisti ed alla memoria dei partigiani poi, che hanno combattuto e perso la vita per la libertà e per l’uguaglianza.
Il Primo Maggio per contrastare il capitalismo oggi
Anche il Primo Maggio, lungo la traiettoria storica che dalle origini di 130 anni fa conduce all’oggi, torna a riproporre il tema del “riscatto del lavoro” dallo sfruttamento e dal fascismo aziendale.
La soppressione di diritti, tutele e libertà sindacali, che caratterizza questa fase neoliberista del capitalismo internazionale, riguarda tutti i paesi.
La solidarietà di classe sembra scomparsa, riemergono i nazionalismi, si fa strada il razzismo, crescono le guerre di religione, aumenta nel pianeta lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo….
In questa situazione milioni di donne e uomini lottano contro ogni avversità, per i propri bisogni, nella ricerca della propria dignità.
Ed ovunque la prima risposta è quella di rivendicare il diritto di coalizione dei lavoratori nei luoghi di lavoro, il diritto di sciopero, il diritto alla sicurezza, mettere in discussione i profitti, respingere i licenziamenti ed applicare i contratti collettivi a tutti i lavoratori.
In ogni paese c’è un Jobs Act che cerca disperatamente di spezzare la capacità di lotta dei movimento dei lavoratori.
In tanti paesi le manifestazioni per il Primo Maggio vengono vietate e represse; in Italia usiamo il Primo Maggio per rilanciare organizzazione dal basso e speranza, conflittualità sindacale e fiducia.
Alternativa Libertaria/fdca