Paolo Branchi

* Montodine (CR), 16/11/1860
† (?), 20/02/1933

Figlio di Francesco e Parati Domenica. Nella riservata della Prefettura di Novara comprendente un «Cenno biografico al giorno 20/07/1899» si trova la qualifica «socialista» (come in numerose altre comunicazioni). È nullatenente, ammogliato, 4 figli e domiciliato ad Arona.
Presso la pubblica opinione gode di «pessima fama», «poco amante del lavoro», «scialacquatore», inoltre gravemente inadempiente verso la famiglia; «lavoratore fiacco», «oberato di debiti», «frequenta la compagnia dei suoi correligionari, dei quali è uno dei capi».
Viene eletto Consigliere Comunale di Arona «portato dal Partito socialista» nel 1899, ma, si legge, «sembra che prima appartenesse ad alcun partito». Si dimette presto dalla carica. È «socio della locale Società degli operai avente per iscopo il mutuo soccorso». Subisce anche una lieve condanna (un breve periodo di confino) che espia a Milano, dall’aprile al giugno 1895. Un aggiornamento al «Cenno biografico» del luglio 1907, nel chiarire che il Branchi si trova (forse) a Ginevra, non fornisce del soggetto altre informazioni, poiché non in possesso. Prefetture e sottoprefetture “dialoganti”, nella ricerca di sue notizie, sono quelle di Novara, Crema, Piacenza, Cremona, Arona ecc. Un telegramma-espresso del 25/07/1910 del Prefetto di Crema, che risponde a precisa richiesta del Ministero dell’Interno, conferma l’interessamento sollecito del suddetto Prefetto in relazione all’aggiornamento dell’informazione «relativa all’anarchico Branchi Paolo» e «anarchico schedato», compare nella comunicazione della Prefettura di Novara del 14/07/1910, soltanto «anarchico», in quella della Sottoprefettura del circondario di Crema, del 31/07/1910 e di nuovo «anarchico schedato» in una nuova comunicazione di quei giorni della Prefettura di Novara.
Sul «sarto anarchico schedato», in una “riservata urgente” della R. Prefettura di Cremona diretta al Sottoprefetto di Crema in data 30/04/1913, se ne richiedono informazioni.
Dieci anni di salto e dalla Sottoprefettura di Crema (in oggetto “Anarchico”), il 13/06/1923 se ne comunica il rientro (a Montodine), dopo un’assenza durata circa quarant’anni, dalla «Svizzera – ove trovavasi da diversi anni» ma anche la pressoché immediata partenza alla volta di «Trieste ove ha una figlia sposata». Da Crema, il Sottoprefetto, il giorno 25/08/1923 “assicura” Cremona dell’avvenuto rintraccio da parte della Questura di Trieste dell’«anarchico controindicato abitante in quella Via Molin Grande n. 42». Si aggiunge che da Trieste scrivono che «il Branchi nutre tuttora principi anarchici però non ha mai preso parte alle manifestazioni dei partiti sovversivi locali […] non è da ritenersi individuo pericoloso».
Il 25/11/1925, in “oggetto” sempre «anarchico», si ribadisce che «non risulta essere propagandista né abbonato a giornali sovversivi, pur professando ancora idee estremiste». Sempre in questa, inoltre, se ne comunica l’indirizzo – ora Via Stuparich, 9 – e la professione: portiere dei magazzini del Duomo [sic] in Piazza Vittorio Emanuele.
Circa due mesi dopo (il 15/01/1926), altra nota: «L’anarchico Branchi Paolo […] in qualità di portiere presso la sartoria “Al Duomo” […] Manifesta palesemente le sue idee sovversive. Mantiene corrispondenza epistolare con la famiglia che è residente in Isvizzera e con una figlia che risiede a Nizza. È costantemente vigilato».
Dati l’età e il comportamento «non pericoloso», si comincia a ipotizzarne la radiazione dallo schedario dei sovversivi nella primavera del ’27; pareri positivi da Novara, Trieste, Milano… La radiazione avviene nel corso dell’anno 1927.
Le comunicazioni riprendono alla fine degli anni Trenta (nel frattempo, dal Ministero dell’Interno a Prefetture e Questure varie il Branchi è tornato a essere «socialista», nei vari oggetti) e in quelle del gennaio-febbraio 1939 si riporta la testimonianza di «una figlia del Branchi a nome Enrichetta, nata ad Arona (Novara) il 31/12/1887, la quale asserisce che il padre da Milano espatriò nel 1932 in Inghilterra dove fu ospite del figlio Francesco al seguente indirizzo: – Fordinglay Rad [sic] Miada Rice, n. 9 e che sarebbe già deceduto in data 20 febbraio 1933. Però in Montodine nessuna partecipazione di morte è ancora pervenuta».
Secondo una nota della R. Prefettura di Trieste del febbraio ’39 «il Branchi si trasferì in data 27/04/1932» a Milano e là presentò «domanda di passaporto».
Recisa la replica della Prefettura di Milano che il 14 (o il 18) dello stesso mese risponde che non consta l’aver dimorato in Milano il Branchi e, naturalmente, e per conseguenza, che a Milano gli sia stato «rilasciato passaporto per l’estero», firmato il Prefetto, G. Marzano (viene spontaneo, a tal punto, dedurre che il compagno sia riuscito, a settant’anni inoltrati, nell’impresa di espatriare clandestinamente). L’ultima comunicazione, del 19/08/1939, proveniente dal Ministero dell’Interno, conferma quanto asserito dal figlio Francesco (correggendo, fra l’altro, l’indirizzo, «n. 52 Fordingley Road Maida Vale W. 9») sulla data di decesso del padre. [vc, db]

Fonti:
ASCr, Quest.-Sovv., ad nomen.

Presente in:
ASC, CPC.